Area marina protetta, accuse al Ministero

Nel mirino del sindaco di Castellabate i vincoli nella zona compresa tra Punta Tresino e Ogliastro

AGROPOLI. Il sindaco di Castellabate attacca il Ministero dell’Ambiente dopo la pubblicazione del regolamento di esecuzione ed organizzazione dell’Area marina protetta di Santa Maria, approvato con decreto e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 30 aprile scorso. La zona interessata dalla tutela e quindi dalle limitazioni alle attività è quella compresa tra Punta Tresino e Vallone Maroccia.

Il primo cittadino Costabile Spinelli ha inviato una lettera al Ministro Gian Luca Galletti e al Commissario dell’Ente Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Amilcare Troiano, dove lamenta che nel regolamento «non siano state recepite le osservazioni formulate dal Comune di Castellabate, dunque, non si sia tenuto conto delle peculiarità e delle esigenze legate al contesto economico e turistico locale. Proprio al fine di rappresentare formalmente le ampie riserve che l’Amministrazione comunale nutre in merito al provvedimento, ho già tenuto insieme al vice sindaco, un incontro giovedì scorso con il Direttore dell’Ente Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, assieme ad una rappresentanza degli operatori locali, ed un nuovo incontro è già fissato per questa settimana, a cui prenderanno parte i rappresentanti di altre categorie, per verificare quali margini di azione sussistano».

Il sindaco minaccia di ricorrere al Tar «qualora il Ministero non dovesse tornare sui propri passi favorendo un regolamento che salvaguardi la natura e il mare ma che sia anche attento alle esigenze di tutti gli operatori e degli addetti ai lavori». «Non sono d’accordo su un regolamento – prosegue il primo cittadino - calato dall’alto senza condivisione, che non tiene conto dello sviluppo dell’area. Questo non vuole dire che non vogliamo rispettare e salvaguardare l’area protetta, d’altronde siamo un comune da 17 anni bandiera blu e insignito delle 4 vele di Legambiente, ma diciamo solo che un’applicazione rigorosa del regolamento arriverebbe a cancellare o limitare fortemente le attività ad esempio di pesca, le immersioni, il biporto, ecc.. Quindi – conclude - credo che le regole devono essere costruite insieme in modo da favorire la tutela della natura ma anche usi e consuetudini dei cittadini».

L’area marina protetta di Santa Maria è stata suddivisa in tre aree. Quella di riserva integrale riguarda in particolare il tratto di mare compreso tra Punta Tresino e Vallone Marroccia; la zona di riserva generale è quella tra Punta Torricella e Punta dell’Ogliastro; all’interno di questa area c’è comunque una zona ad alta tutela.

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