Area industriale Pronta una mozione per il rilancio

La zona è preda della crisi e dei numerosi fallimenti Il Pd propone alla Francese una conferenza di servizi

È pronta una mozione per il rilancio dell’area industriale. Già nei mesi scorsi l’amministrazione cittadina aveva ottenuto, dalla Regione prima e dal Governo poi, che Battipaglia venisse dichiarata area di crisi industriale. Crisi che, in città, ha già mietuto troppe vittime.

Fer.Gom. Venerdì scorso, il Tribunale di Salerno ha decretato il fallimento della Fer.Gom. L’azienda di proprietà della famiglia Contursi produceva guarnizioni di gomme per le auto, praticando commesse per la Cooper Standard. Il colosso statunitense, che ha uno stabilimento a Battipaglia, proprio di fronte ai locali della Fer.Gom, ha trasferito tutte le commesse della zona a Fratte e a Oliveto Citra. L’azienda dei Contursi non ha retto il colpo e i suoi 39 dipendenti, tutti disoccupati, ora attendono soltanto il rilascio del trattamento di fine rapporto dall’Inps.

Btp Tecno. Stando a voci interne all’azienda, un imprenditore s’è rivolto alla curatela fallimentare. L’investitore misterioso ha presentato un’offerta per il fitto dell’azienda e per l’assunzione di 40 ex lavoratori della Btp Tecno. La condizione necessaria, però, sarebbe un cambio di destinazione d’uso, per passare dall’industria alla logistica. Le norme, tuttavia, sono serrate, e, al momento, il cambio è impossibile. I lavoratori avevano provato la pista start-up, protesi a cimentarsi coi Raee, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, ma il progetto è saltato. Eppure, fu proprio grazie a quel piano, che rappresentava un potenziale prosieguo delle attività, che a giugno 2015, dopo il fallimento, circa 80 lavoratori beneficiarono della Cassa integrazione guadagni straordinaria).

Paif e Termopaif. Proprio in questi giorni la curatela fallimentare è al lavoro per decretare il fallimento della Termopaif. La Paif fallì ai principi dello scorso anno. I lavoratori avevano intenzione di acquistare la ditta come workers buyout. Dopo un iniziale fitto di ramo d’azienda, per acquisire Paif e Termopaif sarebbero serviti tra i 2 e i 3 milioni di euro. Il progetto non fu ritenuto valido. La curatela, all’asta, ha venduto tutti i macchinari a 2,5 milioni di euro.

La proposta del Pd. Un Piano di insediamento produttivo risalente al 2005, quando il primo cittadino era Alfredo Liguori, prevedeva l’insediamento di 60 imprese a via Spineta: nel 2007 il Tar lo annullò in seguito a un ricorso presentato da alcuni privati in merito alla perimetrazione. Il consigliere comunale del Partito democratico, Egidio Mirra, insieme al segretario cittadino di partito, Davide Bruno, sta lavorando a una mozione da presentare all’amministrazione. I dem chiedono alla Francese di adottare il Pip in via Spineta, di convocare una conferenza dei servizi tra Regione, Consorzio Asi, l’area di sviluppo industriale, e Comune per rimuovere il contenzioso tra gli ultimi due enti, e di candidare la zona industriale e gli stabilimenti produttivi di via Spineta ad Apea, l’area produttiva ecologicamente attrezzata, per garantire semplificazioni amministrative alle aziende che investono.

Carmine Landi

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