Area industriale, guerra tra imprenditori 

Una sentenza conferma la chiusura di otto attività, salva solo quella di Pontecorvo che però punta il dito contro Lanzetta

Volano gli stracci in zona industriale: davanti ai giudici del Tar, Giuseppe Pontecorvo tira in ballo Antonio Lanzetta, accusando gli uffici comunali di eccesso di potere e di disparità di trattamento. La Soge impugna l’ordinanza municipale di cessazione immediata delle attività lavorative delle nove imprese che sono nei capannoni di via Europa, e le toghe accolgono un nono d’istanza: il diktat è sospeso solo per l’azienda di Pontecorvo, ma non per le ditte che hanno preso in locazione un pezzo di capannone. E il dirigente scrive ai vigili: le altre otto imprese dovranno abbandonare i capannoni di via Europa. Il pasticcio comunale del recesso dall’Asi si tira dietro l’intera area industriale.
GUERRA IN AREA INDUSTRIALE. «Perché loro sì e noi no?». Si riassume così il quesito che Pontecorvo, assistito dagli avvocati Vincenzo Cerulli Irelli e Lodovico Visone, sottopone ai giudici salernitani del Tar. I legali chiedono l’annullamento del diktat del primo marzo, con il quale i dirigenti comunali, forti delle ordinanze del Tar e del Consiglio di Stato, avevano imposto alle ditte prive di nulla osta consortile di lasciare i capannoni di via Europa. E con l dito indicano il centro commerciale “Il Castelluccio” e portano a esempio il caso “Ital Sima”: nel 2010, Eurospin ed Expert s’erano insediate nello stabilimento della società di Lanzetta. Nel 2011 l’Asi aveva revocato ad Ital Sima il nulla osta del 2005, che, al contrario, prevedeva una fabbrica di reti e materassi. Nel 2013, però, il Comune aveva confermato la legittimità del provvedimento unico alla base dell’insediamento delle attività produttive. «Non si possono tollerare pesi e misure diversi per situazioni uguali», scrivono gli avvocati di Pontecorvo. Il caso Ital Sima fu uno dei motivi alla base dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche.
AL TAR. E così il ricorso della Soge è stato notificato pure alla srl di Lanzetta, che non s’è costituita in giudizio. A largo San Tommaso, invece, c’erano gli atti di Giuseppe Lullo, difensore del Comune, Antonio Brancaccio, legale del Consorzio Asi, e Ferdinando Belmonte, avvocato del consigliere d’opposizione Gerardo Motta, intervenuto “ad opponendum” contro Pontecorvo. E con un’ordinanza i giudici hanno accolto l’istanza della Soge: per le toghe, i colleghi non avevano mai escluso che la Soge potesse portare avanti ancora la sua attività produttiva, già insediatasi, almeno fino all’udienza del 24 ottobre prossimo. «Si conferma, invece, l’inibitoria alla sostituzione, anche soggettiva, della ricorrente nell’utilizzo del bene, con l’ingresso, allo stato non assistito da titolo di cui sia stata verificata la legittimità, di altre e diverse ditte».
Salva la Soge, insomma, ma non i fittuari. E ieri mattina il dirigente comunale delle attività produttive, Giuliano Caso, ha scritto ai vigili urbani: per ora le altre otto ditte dovranno sgomberare i capannoni di viale Europa. Frazionati e dati in fitto senza il nulla osta dell’Asi.
Carmine Landi
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