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Approvato il rendiconto 2014 Buco milionario negli incassi

Probabilmente è l’ultimo atto - formale ed importante - del commissario prefettizio Vincenza Filippi al comune di Eboli. Ultima firma che giunge sotto un consuntivo di bilancio dell’Ente per un 2014...

Probabilmente è l’ultimo atto - formale ed importante - del commissario prefettizio Vincenza Filippi al comune di Eboli. Ultima firma che giunge sotto un consuntivo di bilancio dell’Ente per un 2014 pieno alti e bassi. Alla nota positiva del rispetto del patto di stabilità e di una gestione finanziaria pressoché positiva, si oppongono le ombre dettate da almeno dati pratici più che economici.

In sostanza le notizie riportate dalla finanziaria di Palazzo sono due: le società partecipate vanno liquidate (cosa che è stata già avviata); l’ente è incapace a riscuotere le tasse.

Il primo punto non è una novità. Già qualche settimana addietro, infatti, era stato proprio il commissario Filippi a decretare la necessità che i due enti chiudessero battenti per la presenza di passivi che avrebbero costretto il Comune a dichiarare uno stato di pre dissesto. Così secondo il commissario e secondo i contabili dell’ente che nella relazione evidenziano passivi per centinaia di miglia di euro, al netto dei circa 3,8 milioni debito della Eboli patrimonio nei confronti del comune, pari circa al valore dei patrimoni acquistati a mezzo al momento della costituzione della spin off a mezzo prestito ottenuto da Monte Paschi di Siena.

In perdita anche la Multiservizi Spa, tanto che, si legge nel documento del commissario, il 22 maggio sia stato «determinato lo scioglimento anticipato delle società Eboli Multiservizi Spa ed Eboli Patrimonio srl e la conseguente messa in liquidazione delle stesse».

A gettare ancora ombre sull’andamento economico sono, inoltre, i circa 26,5milioni di euro non incassati e provenienti da entrate tributarie: 2milioni di Imu, 1,2milioni di compartecipazione Irpef, 19,8milioni di tassa rifiuti interni e, soprattutto, 3,5milioni di mancati incassi derivanti da sanzioni amministrative e violazioni del codice della strada. Insomma, il Comune non batte cassa presso i cittadini e le istituzioni sovra comunali (19,8 i milioni ancora non trasferiti dalla Regione Campania e 5,5 dal governo di Roma).

Ciononostante, la differenza tra residui attivi (ovvero crediti) e passivi (debiti) resta a favore dei primi con 78,6 milioni di euro circa da introitare a fronte di 57,3 da pagare.

È di 2,5milioni circa, invece, il fondo cassa al 31 dicembre, mentre quasi 23milioni costituiscono un avanzo d’amministrazione vincolato (tra cui soldi da restituire a Mps e Cassa depositi e prestiti). Infine è fissato in 212 giorni il tempo che i fornitori sono chiamati ad attendere prima di vedersi pagare i servizi prestati a Palazzo di città.

Stefano C. Gallotta