L'INCHIESTA

Appropriazione indebita. Indagata la salernitana Adriana Musella 

La Procura di Reggio Calabria ha disposto il sequestro di beni per 75mila euro

SALERNO. È indagata per appropriazione indebita e malversazione la salernitana Adriana Musella, presidente dell’associazione antimafia “Riferimenti”, nei cui confronti la Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di beni del valore pari a 75mila eurochiesto, in via d’urgenza, dalla Procura della Repubblica della città reggina. Musella, nota per le numerose iniziative promosse in nome della legalità come quella della “Gerbera Gialla”, figlia dell'imprenditore salernitano Gennaro, ucciso dalla ’ndrangheta il 3 maggio 1982, secondo l’accusa, avrebbe distratto dai fini a cui erano destinati le risorse stanziate a beneficio dell’associazione. Numerosi gli enti pubblici nei cui confronti sarebbe stata commessa la malversazione, tra cui compaiono la Provincia di Salerno e il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Salerno, mentre l’appropriazione indebita sarebbe avvenuta ai danni della stessa associazione da lei presieduta. Nel corso degli anni, a partire dal 2002, in qualità di presidente dell’associazione “Riferimenti”, la Musella ha ricevuto e gestito diversi finanziamenti, anche pubblici, per un importo complessivo di circa 450mila euro, il cui impiego sarebbe dovuto essere vincolato alla divulgazione della cultura antimafia. Sulla base di tali accertamenti, la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha disposto il sequestro preventivo di beni. Una tesi che la Musella rigetta nella maniera più assoluta. «Voglio un processo e lo voglio in tempi brevi. Porterò le carte ai magistrati per difendermi da questo castello di accuse», ha detto la presidente dell’associazione “Riferimenti”. “Dovrò riguardare tutte le fatture, portare le carte al processo per difendermi. Sono tranquilla e in buona fede. È chiaro che se la Guardia di Finanza acquisisce i documenti relativi a 10 anni di attività, qualche irregolarità può emergere, ma non può trattarsi delle somme che mi vengono contestate». Un caso che ora rischia di varcare anche la soglia del Parlamento. «La vicenda giudiziaria che riguarda la presidente dell’associazione “Riferimenti” ripropone con forza la questione già avanzata da Sciascia, quella dei professionisti dell’antimafia», ha detto la deputata del Movimento 5 Stelle, Federica Dieni. «Il vero problema è che però, negli ultimi anni, la lotta alla mafia da parte di esponenti della società civile, non tutti per fortuna, ha assunto l'aspetto di un vero e proprio business grazie ai continui fondi economici assicurati dagli enti pubblici». (d.g.)
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