vallo della Lucania

Appropriazione indebita Cammarosano prosciolto

VALLO DELLA LUCANIA. Prosciolto dall’accusa di appropriazione indebita l’ex direttore postale dell’agenzia di Massa, frazione di Vallo della Lucania. Pasquale Cammarosano – condannato all’ergastolo...

VALLO DELLA LUCANIA. Prosciolto dall’accusa di appropriazione indebita l’ex direttore postale dell’agenzia di Massa, frazione di Vallo della Lucania. Pasquale Cammarosano – condannato all’ergastolo per l’omicidio del barbiere Carmine Novelli, uno dei clienti derubati – si era impossessato di circa 700mila euro dai depositi della piccola frazione cilentana. In primo grado era stato condannato a quattro anni e mezzo di reclusione dai giudici del tribunale di Vallo della Lucania. In Appello, al tribunale di Salerno, la condanna è stata invece annullata.

Quello che si è chiuso ieri era un troncone principale dell’inchiesta sugli ammanchi alle Poste della frazione Massa. Trentotto erano le parti civili costituite. Tutti correntisti e titolari dei depositi che si erano ritrovati con i conti svuotati. L’ex dirigente delle Poste – licenziato subito dopo lo scandalo – avrebbe consentito operazioni con firme di persone diverse dagli intestatari. E quando uno dei clienti, Novelli, si era accorto degli ammanchi, Cammarosano arrivò a ucciderlo durante un incontro che doveva invece essere un chiarimento.

Era il 7 marzo del 2001 quando il corpo di Novelli fu ritrovato, avvolto nei sacchi, sul ciglio di una strada di Moio della Civitella. Otto anni dopo Cammarosano, difeso dagli avvocati Felice Lentini e Carlo Di Ruocco, fu arrestato per gli ammanchi sui conti correnti e l’inchiesta si incrociò con quella per la morte di Novelli. I carabinieri accertarono che dal conto corrente della vittima mancavano circa 142 milioni di lire, soldi che secondo l’accusa erano stati prelevati proprio dal direttore della filiale. I rilievi dei carabinieri del Ris confermarono la corrispondenza tra le impronte digitali dell’indiziato con quelle rilevate sui sacchi in cui era stato rinchiuso il cadavere, e per l’ex dirigente postale si aprì nel 2010 il processo per omicidio che l’ha visto colpevole.

Massimiliano Lanzotto

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