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Approdo “Le Gatte”: si studia il progetto di riqualificazione

CASTELLABATE. Sarà operato uno studio specialistico al fine di procedere ai lavori di riqualificazione e ammodernamento dell’approdo “Le Gatte” a Santa Maria di Castellabate. Il comune guidato dal...

CASTELLABATE. Sarà operato uno studio specialistico al fine di procedere ai lavori di riqualificazione e ammodernamento dell’approdo “Le Gatte” a Santa Maria di Castellabate. Il comune guidato dal sindaco Costabile Spinelli ha affidato all’ingegnere Andrea Sanzone, di Aprilia, l’incarico professionale per la redazione degli studi specialistici di supporto alla progettazione esecutiva dei lavori suddetti. Gli stessi consisteranno nella redazione dello studio dell’agitazione ondosa residua e del moto ondoso all'interno della darsena, sia nella situazione attuale che nella configurazione di progetto, per diverse condizioni di moto ondoso opportunamente scelte sulla base dell'esposizione dell’area in esame. Per realizzare il progetto, l’esecutivo ha approvato una perizia di variante nell’ambito degli interventi finalizzati alla protezione del litorale di Castellabate dai fenomeni di erosione costiera ed ai rischi ad essi connessi.
«Si tratta – spiega il sindaco Costabile Spinelli – di predisporre una scogliera a protezione dell’approdo de “Le Gatte». Operazione questa che è propedeutica al progetto di riqualificazione a terra del medesimo approdo, il cui appalto partirà a breve». Il progetto esecutivo degli interventi anti-erosione, in cui è inserito il progetto dell’approdo, venne approvato nel 2014. A seguito di procedura di gara, l’appalto venne aggiudicato alla ditta Taomar Srl di Palermo per un costo complessivo di 1,7 milioni di euro. La consegna dei lavori avvenne nel dicembre 2015. Durante l’esecuzione degli stessi, venne ravvisata la necessità di procedere alla redazione di una perizia di variante che contemplava un adeguamento delle volumetrie delle scogliere ed un potenziamento della barriera longitudinale sommersa, nel tratto più a Nord, rendendola emersa per un tratto di circa 75 metri. Durante la fase di predisposizione degli ulteriori lavori, il cantiere, nel giugno 2016, venne sequestrato dal Tribunale di Vallo, a causa della mancata redazione in fase progettuale del Piano di Monitoraggio. Il dissequestro è intervenuto 8 mesi dopo.