«Applicare a tutti la legge Fornero»

L’ex consigliere Andrea De Simone: «Sull’argomento si fanno solo chiacchiere»

SALERNO. «Sono per la riforma. Applicare gli stessi parametri per tutte le categorie e unificare i periodi contributivi (Parlamento, Regione, lavoro dipendente) in modo da ottenere una sola pensione. In tal modo si pone fine ad una condizione che, giustamente, indigna I cittadini». Andrea De Simone, politico di lungo corso è tra i beneficiari dei cosiddetti vitalizi. Pensioni pagate a chi, nella vita, si è occupato solo di quello. «Sì! Ma attenzione, c’è anche chi ha fatto solo pochi mesi e porta a casa un vitalizio cospicuo. Uno scandalo». De Simone, tra gli animatori a Salerno del movimento Articolo 1 - Mdp è tra quelli che «ha versamenti per lavoro dipendente (circa 20 anni) e lavoro nelle istituzioni (circa 25 anni) con regolare contribuzioni ai fini pensionistici e con versamenti dei compensi al partito di appartenenza di circa il 50%».
E Allora? «Sarebbe il caso - spiega l’ex consigliere regionale - che si applichi il metodo contributivo per tutte le categorie, compreso per quelli che hanno lavorato nelle istituzioni. In tal modo tutti vengono trattate allo stesso modo. Purtroppo, molti parlano e pochi fanno. Basta una leggina per unificare il calcolo pensionistico. Unico per tutte le categorie che hanno effettuato versamenti». Tradotto signica applicare a tutti la legge Fornero. Ma la cosa non farebbe poi tanto piacere nemmeno ai magistrati della Corte costituzionale. Tantio per dire.
Intanto i 5 Stelle attaccano, sparando ad alzo zero sul governatore De Luca reo «al pari dei suoi predecessori» spiega il capogruppo in Regione, Valeria Ciarambino di «non aver voluto minimamente intaccare. La Regione Campania - continua - è infatti l’unica tra le grandi regioni italiane a non essersi minimamente adeguata all’Ordine del giorno approvato dai presidenti dei consigli regionali ad ottobre 2014, che prevedeva riduzioni dei vitalizi in essere e innalzamento dell’età. Queste misure per tagliare i circa 250 vitalizi in essere che costano ai cittadini campani oltre 11 milioni di euro all’anno, sono contenute in una proposta di legge del MoVimento 5 Stelle, che giace in una cassetto della I Commissione permanente da oltre un anno e mezzo, senza che neppure si abbia il coraggio di discuterla».
Per la verità c’è anche una proposta del Partito democratico a proporla il deputato dem Matteo Richetti - già consigliere regionale dell’Emilia Romagna -. La proposta mira alla abolizione dei vitalizi dei parlamentari e all’estensione nei loro confronti del sistema previdenziale contributivo vigente per i dipendenti pubblici. Il testo introduce anche nuove norme anche per ex parlamentari: la proposta prevede che il nuovo sistema, interamente contributivo, si applichi integralmente non solo ai parlamentari in carica, ma anche a quelli cessati dal mandato che percepiscono gli assegni vitalizi o il trattamento previdenziale nella misura definita dalla disciplina vigente al momento della maturazione del diritto. E ancora per i Consiglieri regionali è disposta l’estensione di tale disciplina attraverso l’adozione di provvedimenti da parte delle regioni e delle province autonome. Le nuove norme si applicano a tutti gli eletti. A quelli in carica alla data di entrata in vigore della legge, a quelli eletti successivamente e a quelli cessati dal mandato. Sarà istituita presso l’Inps un’apposita gestione separata dei fondi destinati al trattamento previdenziale dei parlamentari. Nella suddetta gestione separata, dotata di autonomia finanziaria, contabile e di gestione, afferiscono le risorse destinate unicamente al trattamento previdenziale dei parlamentari.
Un testo, questo, che anche De Simone trova «giusto». E la Ciarambino? Purtroppo «i segnali che ci arrivano sono molto negativi il famigerato articolo 5 è stato stralciato dopo la nostra denuncia e rimandato in Commissione, ci aspettiamo qualche blitz della maggioranza». (c.p.)
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