al teatro salita ripa
Applausi ai piccoli attori di “Eboli in scena”
La scuola di recitazione “Eboli in scena”, coordinata dalla professoressa Irene Dante, martedì sera ha concluso l’anno, al Teatro Salita Ripa, con la rappresentazione di “Non ti pago”, celebre...
La scuola di recitazione “Eboli in scena”, coordinata dalla professoressa Irene Dante, martedì sera ha concluso l’anno, al Teatro Salita Ripa, con la rappresentazione di “Non ti pago”, celebre commedia di Eduardo De Filippo racchiusa nella Cantata dei giorni pari. Sul palco, diretti da Gaetano Troiano, hanno interpretato la tragicomica storia di Ferdinando Quagliolo e di sua moglie Concetta i piccoli aspiranti attori: Alfonso Cefariello, Andrea Gallo, Luca Esposito, Luigi D’Ambrosio, Anna Laura Forlenza, Alessandro Forlenza, Enrico Cantisani, Giada Falcone, Giovanni Sabia, Mia Missel Gomez, Renèe Trotta, Sara Lo Sasso. Le scenografie sono state curate dalla Compagnia All’Antica Italiana.
Quagliuolo, lo ricordiamo, ha ereditato la gestione di un “banco lotto” dopo la morte del padre; è egli stesso un accanito giocatore a dispetto della sua eccezionale sfortuna. Un suo impiegato, Mario Bertolini, che fa la corte a sua figlia Stella, al contrario inanella vincite su vincite, suscitando una feroce invidia nel suo datore di lavoro.
«Teatro come divertimento e come insegnamento - spiega la Dante - sono due facce della stessa medaglia e la scuola di teatro è il luogo in cui diventano tutt’uno. Se poi aggiungete un gruppo di giovanissimi che da sempre ama il teatro e non rifiuta mai di mettersi in gioco e un’amministrazione comunale sensibile alla cultura, il gioco è fatto. Tutta la fatica scompare quando si apre il sipario, tutte le difficoltà passano in secondo piano quando si ha il piacere di avere un palco e il pubblico. Mi auguro che questo sia il tassello iniziale di un percorso che duri nel tempo».
Alessandra De Vita
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Quagliuolo, lo ricordiamo, ha ereditato la gestione di un “banco lotto” dopo la morte del padre; è egli stesso un accanito giocatore a dispetto della sua eccezionale sfortuna. Un suo impiegato, Mario Bertolini, che fa la corte a sua figlia Stella, al contrario inanella vincite su vincite, suscitando una feroce invidia nel suo datore di lavoro.
«Teatro come divertimento e come insegnamento - spiega la Dante - sono due facce della stessa medaglia e la scuola di teatro è il luogo in cui diventano tutt’uno. Se poi aggiungete un gruppo di giovanissimi che da sempre ama il teatro e non rifiuta mai di mettersi in gioco e un’amministrazione comunale sensibile alla cultura, il gioco è fatto. Tutta la fatica scompare quando si apre il sipario, tutte le difficoltà passano in secondo piano quando si ha il piacere di avere un palco e il pubblico. Mi auguro che questo sia il tassello iniziale di un percorso che duri nel tempo».
Alessandra De Vita
©RIPRODUZIONE RISERVATA