Appello della Uil: «Tutelare i lavoratori»

Patrizia Spinelli: «Chiederemo la convocazione di un incontro urgente in Prefettura per gli operai impegnati nel cantiere»

SALERNO. Fino a domani resteranno nel cantiere per provvedere alla messa in sicurezza. Poi dovranno tornare a casa ed attendere che si apra uno spiraglio. Il sequestro del Crescent è costato la perdita del lavoro «a circa 135 operai, tra quelli già impegnati nella realizzazione dell’edificio e quelli operativi nell’indotto». Patrizia Spinelli, della segreteria provinciale della Feneal Uil, è preoccupata: «Non è nostro compito entrare nel merito dell’inchiesta, ma è nostro preciso dovere quello di tutelare gli operai. Ecco perchè chiederemo al più presto di istituire un tavolo in Prefettura per trovare una soluzione». L’ipotesi maggiormente percorribile è quella di ottenere degli ammortizzatori sociali per chi, insieme ai lavori, sarà tenuto in stand by, non si sa per quanto tempo. «Altre soluzioni non ce ne sono - ha commentato la sindacalista - Con la crisi disperata che ha distrutto il comparto dell’edilizia non riesco purtroppo ad ipotizzare alternative».

Sul caso è intervenuto anche Luigi Ciancio della Feneal Uil regionale: «Bisogna fare tutto il possibile per salvaguardare i diritti dei lavoratori impegnati nella realizzazione del Crescent, perchè il sequestro rappresenta un colpo da non sottovalutare per l’economia locale, al quale bisogna porre rimedio velocemente. Attenzione però - ha voluto chiarire Ciancio - Non diamo, e non vogliamo attardarci a dare, un giudizio nè sull’operato di chi conduce le indagini da tempo, nè su chi ha gestito la procedura che ha poi dato il via libera all’apertura del cantiere. Dare un verdetto, come giusto che sia, toccherà agli organi competenti». Le preoccupazioni del sindacato sono rivolte alle conseguenze occupazionali che i sigilli imposti dalla magistratura penale avranno su quanti erano impegnati nella realizzazione dell’opera, «sull’impresa e sull’immagine dell’Italia, vista la lungaggine e farraginosità della macchina giudiziaria e della selva oscura legislativa del nostro Paese. Nonostante la nostra nazione sia indiscutibilmente più giovane di Francia ed Inghilterra, fa registrare più leggi di tutte e due i Paesi messi assieme, e non sembra che in quelle latitudini accada ciò che avviene da noi - ha incalzato il sindacalista - Questo caso, come per l’ormai trentennale vicenda del famigerato svincolo di Fratte, ci dovrebbe far riflettere sulla necessità di costruire un quadro legislativo che dia certezze a tutti. Dal canto nostro siamo pronti a fare tutto quello che è in nostro potere per individuare la strada più opportuna per mettere al sicuro questi lavoratori. Persone che perdono una certezza economica in un periodo grandi incertezze e di crisi profonda per i lavoratori e per l’edilizia in modo particolare».(b.c.)

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