IL CASO

Appello dell'assessore:"Restituite il busto di Màrai"

Proseguono le indagini dopo il furto di Mercatello. Non si esclude il raid di una banda interessata a lucrare sul bronzo

Continuano le indagini per risalire ai responsabili del furto del busto bronzeo dello scrittore ungherese Sàndor Màrai, divelto la notte del 30 dicembre dalla colonna in marmo del Lungomare Colombo su cui era stato collocato. Il busto era stato installato nel 2006 per ricordare gli 11 anni che Màrai trascorse a Salerno. Non sono molti gli elementi a disposizione degli inquirenti. Due le piste che al momento sembrano più credibili: una prima attribuirebbe il furto ad un gruppo di speculatori interessati a lucrare sul bronzo di cui il busto era fatto, una seconda in base alla quale il gesto sarebbe opera di balordi che intendevano festeggiare il nuovo anno con un gesto deliquenziale.
L’assessore comunale al Turismo e ai Beni Culturali Vincenzo Maraio assicura che il furto non finirà nel dimenticatoio: «Prima di tutto mi sento in dovere di esprimere rammarico per l’avvenuto - ha detto Maraio - si trattava di un’opera di valore, ma per il momento attendiamo l’esito delle indagini. Siamo ancora confidenti che si possa fare luce su quanto accaduto la notte del 30».
Il busto era stato installato per ricordare gli 11 anni (dal 1968 al 1979) in cui lo scrittore ungherese visse a Mercatello, in via Trento. In quegli anni il fermento culturale della città di Salerno la rendeva sede appetibile per gli artisti costretti a fuggire dai regimi comunisti dell’est.
Se non si dovesse venire a capo del fatto, continua Maraio, «l’Amministrazione lancerà comunque un segnale. Adesso è prematuro pensare a sostituire l’opera, ma c’è l’intenzione di tributare comunque un segnale di stima. Nulla in seno al Consiglio Comunale osta l’operazione, si tratta di lanciare un segnale anche interculturale».
Del busto di Sàndor Màrai, opera dell’artista Gyula Gulyas, esiste una copia perfetta a Budapest, prima città adottiva dello scrittore, nato in Slovacchia nel 1900. Dopo avere preso la nazionalità ungherese, Màrai fuggì dal regime comunista trovando riparo a Napoli, dove rimase pochi anni. Ascendenze di questo periodo della sua vita sono evidenti nel romanzo Il sangue di San Gennaro. Poi il trasferimento a New York, che Màrai e la moglie Lola lasciarono per stabilirsi in pianta stabile (queste le loro intenzioni) a Salerno, dove vissero con riservatezza e discrezione, intrecciando pochi e fidati rapporti di amicizia. Il grande successo editoriale arrivò solo dopo il suicidio, compiuto nel 1989.