la sinistra al brancaccio 

Appello all’unità per una alternativa vera al Pd di Renzi

SALERNO. All’appello di Tomaso Montanari e Anna Falcone al teatro Brancaccio di Roma c’era anche un ampio pezzo della sinistra salernitana. Un appello, quello che i due esponenti della società civile...

SALERNO. All’appello di Tomaso Montanari e Anna Falcone al teatro Brancaccio di Roma c’era anche un ampio pezzo della sinistra salernitana. Un appello, quello che i due esponenti della società civile hanno lanciato alla cosiddetta “sinistra radicale” che arriva da quel dato significativo dello scorso 4 dicembre, quando il partito di Matteo Renzi è stato sconfitto al referendum. Certo, con loro non c’è il movimento di Grillo – sempre più spiaggiato sulle rive della Lega – e forse non ci sarà mai l’altra sinistra, quella che si dice antagonista al Pd ma intanto flirta con Renzi e cerca di ritrovare la strada del centrosinistra prodiano: quel “Campo progressista” che proprio Prodi ha già bocciato. E allora a Roma, dopo la manifestazione della Cgil, Falcone e Montanari hanno rilanciato l’idea di «una sola lista a sinistra. Oggi siamo piccoli, ma Davide può rovesciare Golia, come è successo il 4 dicembre. Di fronte a un leader senza popolo, noi siamo un popolo che non cerca leader». Tanta gente è rimasta fuori dal teatro perché quell’appello ha funzionato. Un cartello, che a leggerlo, sembra essere lo stesso fatto a Salerno con la lista Salerno di Tutti. «Non è proprio la stessa cosa – commenta la salernitana Raffaella Casciello, dirigente nazionale di Sinistra Italiana – A Salerno il nostro biettivo era essere alternativi a De Luca ed è stata una esperienza felice che ci ha consentito di eleggere un consigliere d’opposizione. Qui non abbiamo bisogno di una sommatoria di sigle ma di creare una alternativa concreta che ci consenta di superare le cifre algebriche». E l’appello di Montanari è chiaro: «Pensiamo che il Pd sia ormai un pezzo della destra. Una destra non sempre moderata con cui nessuna alleanza è possibile. Noi siamo una forza radicalmente alternativa al Pd». Un pensiero che incontra anche quello del costituzionalista Gustavo Zagrebelsky per il quale: «Renzi non è di sinistra, è sinistro e il centrosinistra ha governato come se fosse centrodestra». Ed è tutto qui il nodo. Con una sinistra che prende le distanze in maniera netta dal Pd e una che invece crede ancora di poter ragionare di centrosinistra. «Io considero l’unità un valore e un obiettivo – dice Fratoianni – perché ce la chiedono ma a me chiedono unità con la chiarezza: l’unità non può sacrificare la credibilità».
A Roma ad ascoltare i primi vagiti della “Cosa rossa” c’erano erano Massimo D’Alema, Roberto Speranza e Arturo Scotto (Articolo 1 – Mdp), Pippo Civati (Possibile), Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana). Sala gremita e 40 mila persone collegate in streaming. E dopo Roma partirà una carovana di incontri sul territorio per costruire un programma partecipato in vista delle prossime elezioni.
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