il pontificale 

«Appassionarsi al suo Vangelo questo sì che sarebbe bello»

«Come sarebbe bello se noi, coloro che custodiscono le spoglie dell’Evangelista Matteo, diventassimo appassionati del Vangelo. E l’augurio che faccio è proprio questo: che la Parola diventi una...

«Come sarebbe bello se noi, coloro che custodiscono le spoglie dell’Evangelista Matteo, diventassimo appassionati del Vangelo. E l’augurio che faccio è proprio questo: che la Parola diventi una presenza viva nelle nostre famiglie e nelle nostre case. Solo ascoltando la Parola di Gesù cominciamo a capire che cosa è importante, che cosa serve». È questo il cuore dell’omelia che l’arcivescovo Luigi Moretti ha pronunciato durante la tradizionale messa pontificale, primo appuntamento della lunga giornata di celebrazioni dedicata al santo Patrono.
«Come sarebbe bello – insiste l’arcivescovo – se i genitori, gli sposi, i figli si ritrovassero a vivere l’esperienza di trovarsi nel nome del Signore vivendo la sua Parola. In un tempo di precarizzazione dei legami che ci sono nella famiglia, il Vangelo diventa pietra fondante, ad angolo su cui costruire con consapevolezza e con certezza la chiesa domestica. Lì è il signore. Il matrimonio non è sposarsi in Chiesa, ma nel Signore, come colui che entra come riferimento di una coppia che vuole realizzare un progetto d’amore. Ecco perché oggi per noi è un giorno di grazia: l’Apostolo Matteo mette ancora davanti a noi il Signore che ci guida con amore e ci chiama a costruire questa relazione con Lui. Siamo rinfrancati dallo sguardo del Signore e motivati a compiere il cammino come discepoli, coloro che sono capaci di accoglierlo nelle loro case. Perché tutto si realizzi per intercessione di san Matteo e di tutti i santi patroni della nostra Diocesi. Ma dipenda anche dalla nostra buona volontà».
Ad ascoltare le parole di monsignor Moretti, in prima fila, è ritornato – dopo le polemiche tra l’Amministrazione comunale e la Curia – anche il sindaco, Vincenzo Napoli. Entrando in Cattedrale il primo cittadino ha sottolineato come l’appuntamento con la festa dell’Apostolo sia «dal punto di vista antropologico, la riattualizzazione di un tempo sacro nel quale si riconosce la collettività, indipendentemente dalla fede, dal credo e dai colori politici. È un momento identitario che come tale va considerato e conservato. L’intera città si riconosce in un simbolo che rappresenta tutti. Quest’anno – precisa Napoli – si è intrapreso un ragionamento che, mi auguro, porterà negli anni a venire al completo rispristino di una consuetudine che era connaturata». Clima più disteso rispetto agli anni dei veleni che non è passato inosservato ai cittadini che hanno notato il ritorno di numerose autorità alla celebrazione, tranne una: il presidente della Regione Vincenzo De Luca, presente invece due giorni prima al Duomo di Napoli per il miracolo di san Gennaro. Insieme ai portatori delle paranze e dei tantissimi salernitani, tra i banchi della Cattedrale, infatti, erano rappresentate le più alte cariche delle Forze dell’Ordine e dell’Amministrazione locale. Con il sindaco c’erano gli assessori: Eva Avossa, Roberto De Luca, Angelo Caramanno, Gaetana Falcone e Mariarita Giordano. Tra i consiglieri comunali erano presenti: Pola De Roberto, Donato Pessolano, Rocco Galdi, Alessandro D’Alessio, Horace Di Carlo, Lucia Mazziotti e Dante Santoro. In prima fila anche il presidente della Provincia, Giuseppe Canfora. Alla messa pontificale erano presenti anche il prefetto, Salvatore Malfi; il questore, Pasquale Errico; il comandante del Comando provinciale dei carabinieri, Antonio Neosi; il capo della polizia municipale, Elvira Cantarella; il presidente del Tribunale dei minori, Pasquale Andria e il fratello l’ex parlamentare Alfonso Andria; l’ex capo di gabinetto del Rettore e già presidente della Corte d’Appello, Matteo Casale; la presidente della Fondazione della comunità salernitana, Antonia Autuori; il team manager della Salernitana, Salvatore Avallone. Nutrita la rappresentanza delle Fiamme gialle che in san Matteo riconoscono il loro protettore.
Eleonora Tedesco
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