Appalti truccati, chiesti 28 mesi per il cassiere di Banca Campania

È di due anni e quattro mesi la pena chiesta ieri mattina dal procuratore generale Pierina Consoli per il cassiere di Banca della Campania accusato di avere violato la normativa antiriciclaggio...

È di due anni e quattro mesi la pena chiesta ieri mattina dal procuratore generale Pierina Consoli per il cassiere di Banca della Campania accusato di avere violato la normativa antiriciclaggio facendo figurare come soggetto ordinante di operazioni bancarie illecite non quello reale (alcune imprese coinvolte nell’inchiesta su appalti truccati e strade fantasma) ma la Provincia di Salerno, che di quei lavori era il committente. Mario Giacobbe, questo il nome dell’imputato, era stato assolto in primo grado dal gup Elisabetta Boccassini, ma la Procura ha fatto ricorso e ieri è iniziato il processo di secondo grado, in cui il pg si è riportato ai motivi di appello e ha formulato la richiesta di pena. Richieste condivise dall’Amministrazione provinciale, che già con la precedente giunta si era costituita parte civile tramite l’avvocato Gaspare Dalia e chiede il risarcimento del danno.

La prossima udienza è fissata per fine mese, quando i difensori Antonio Ferrari e Francesco Rizzo chiederanno invece la conferma della sentenza di assoluzione. Quella pronuncia ha assolto il dipendente bancario “perché il fatto non costituisce reato”, ritenendo la sua posizione marginale e priva di intento illecito. A lui sono infatti attribuite soltanto poche procedure, eseguite secondo il giudice in buona fede, senza consapevolezza di stare favorendo un disegno criminoso. Un altro cassiere, a cui erano contestate operazioni più numerose, ha già patteggiato. Per imprenditori e funzionari della Provincia è invece ancora in corso il processo ordinario di primo grado. (c.d.m.)

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