le strade fantasma

Appalti truccati, 7 mesi al bancario

Era stato assolto in primo grado ma la Corte d’appello lo condanna

In primo grado era stato assolto, al termine di un rito abbreviato in cui il gup Elisabetta Boccassini aveva ritenuto che nelle operazioni bancarie che gli erano addebitate non vi fossero profili di dolo. Ieri invece la Corte d’Appello ha condannato il cassiere Mario Giacobbe a una pena di sette mesi, ritenendo che nella registrazione dei movimenti bancari vi siano state delle anomalie non addebitabili a meri errori, come sostengono invece i difensori Antonio Ferrari e Francesco Rizzo. I giudici hanno però ritenuto che non fosse comunque sussistente il concorso in riciclaggio, per il quale il procuratore generale Pierina Consoli aveva chiesto una condanna a due anni e quattro mesi.

Il processo è una costola dell’inchiesta “Ghost road” sugli appalti della Provincia, che ipotizza il pagamento di lavori mai eseguiti al punto da dare origine a strade fantasma come quella segnalata dal sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, pochi mesi prima di essere assassinato. Il dipendente bancario era stato accusato di aver fatto figurare come soggetto ordinante di operazioni bancarie illecite non quello reale (alcune imprese coinvolte nell'inchiesta su appalti truccati e strade fantasma) ma la Provincia, che di quei lavori era il committente. Il gup lo aveva assolto “perché il fatto non costituisce reato”, ritenendo la sua posizione marginale e priva di intento illecito, tanto più che a lui erano attribuite soltanto poche procedure. Ieri quella sentenza è stata parzialmente riformata. Per imprenditori e funzionari della Provincia il processo di primo grado è invece in corso. (c.d.m.)

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