Appalti sospetti a Scafati Aliberti per tre ore dal pm

Il sindaco ha reso dichiarazioni spontanee e depositerà una memoria difensiva Ha ripercorso almeno un quinquennio di attività amministrativa in città

SCAFATI. Completo grigio, cravatta azzurra e fare disinvolto: il sindaco Pasquale Aliberti ha varcato la soglia del Tribunale di Salerno per recarsi in Procura per un incontro fondamentale per la sua vita e la sua carriera politica. Finito nel mirino dell’antimafia, insieme alla moglie, Monica Paolino, al fratello Aniello Aliberti, alla segretaria comunale Immacolata Di Saia e al suo braccio destro Giovanni Cozzolino, il primo cittadino ha spinto per incontrare il sostituto che lo accusa. E in circa tre ore e mezza ha messo nero su bianco quali sono i punti della sua difesa.

Il proprio operato politico e amministrativo snocciolato in un lungo colloquio con il sostituto che lo accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso, scambio di voto, corruzione, concussione e abuso d’ufficio. È partito da questi capi d’imputazione per innescare la sua difesa in merito a quanto la Procura antimafia di Salerno gli potrebbe imputare. Aliberti ha parlato con il pm Vincenzo Montemurro. Dichiarazioni spontanee rese alla presenza del suo avvocato Giovanni Annunziata, e al termine dell’incontro dal quale è uscito visibilmente affaticato ha affidato le sue impressioni ad un comunicato stampa, o meglio ai suo fans di Facebook: «Ho apprezzato del pm il senso di umanità, di equilibrio e di grande professionalità». Volendo intendere, evidentemente, che il magistrato lo ha lasciato parlare, spiegare quello che il primo cittadino aveva da dire.

Una panoramica sull’iter amministrativo utilizzato per gli appalti più scottanti, quelli finiti con un sequestro nel mirino dell’antimafia, elencando delibere e documenti che si riserverà di presentare in una memoria che sta approntando con il suo avvocato Giovanni Annunziata. «Sono sereno sulla scelta difensiva adottata. Fin dalle prime ore successive all’avviso di garanzia era ferma intenzione, al fine di agevolare al pm la ricostruzione dei fatti e recuperare informazioni utili, di offrire dichiarazioni spontanee», ha spiegato il legale. L’incontro è stato un momento per ripercorrere un quinquennio di programmazione amministrativa fornendo la sua visione, i legami con i coindagati, spiegando di aver agito nel rispetto della legge.

Aliberti ha voluto esporre le proprie idee. A pesare è soprattutto il legame con la criminalità organizzata. Un legame al momento coperto dal segreto istruttorio. Iil sindaco ha spesso detto di averla combattuta la camorra. Dovrà spiegare nella sua memoria quali sono stati gli atti concreti per allontanare le accuse.

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