Appalti post alluvione Condannato De Angelis

L’ex responsabile dell’Asl di Salerno era nella struttura commissariale Insieme agli altri funzionari dovrà risarcire un danno erariale di 172mila euro

Liquidarono compensi ai componenti delle commissioni che aggiudicarono gli appalti per i primi interventi post alluvione: condannati dalla Corte dei Conti i vertici della struttura istituita a seguito delle frane che tra il 5 e 6 maggio del 1998 sconvolsero Sarno, Siano, Bracigliano e Quindici. La decisione della sezione giurisdizionale per la Campania è arrivata a dicembre, ma la sentenza è stata depositata nei giorni scorsi. Tra i condannati figura anche il salernitano Fernando De Angelis, ex dirigente della Regione Campania, che in passato ha ricoperto anche il ruolo di commissario dell’Azienda sanitaria locale di Salerno.

Complessivamente, il danno causato all’erario è stato quantificato in 314mila euro dagli organi inquirenti, ma per una parte delle somme – quella erogata prima del novembre 2005 – è intervenuta la prescrizione per cui lo Stato riuscirà a rientrare in possesso di 172mila euro. Col verdetto di primo grado sono stati chiamati a risarcire 86mila euro Vincenzo Baroni, che era consulente legale della commissione istituita dal presidente della Regione Campania e che presiedette le riunioni per l’assegnazione degli appalti; 40mila euro Agostino Magliulo, coordinatore del commissario delegato; altrettanti Fernando De Angelis, responsabile del settore finanziario contabile del commissariato; 4.500 Pasquale Versace, vice commissario delegato.

Furono gli ispettori inviati dal Ministero delle Finanze a scoprire che la struttura commissariale creata per realizzare i primi interventi post calamità aveva creato delle commissioni di gara, liquidando dei compensi ai componenti e anche ai testimoni. Compensi che – secondo i magistrati contabili – non erano dovuti perché i componenti erano già retribuiti dalla struttura commissariale con un compenso mensile forfettario. L’erogazione, quindi, è stata ritenuta dalla magistratura contabile “illegittima e dannosa e, pertanto, foriera di responsabilità amministrativa”. Ai funzionari chiamati in giudizio viene contestata la colpa grave “per la chiara violazione dei doveri di servizio e violazione di disposizioni di legge”.

Diciassette, in tutto, le commissioni nominate per altrettante gare d’appalto. E per ciascuna gara venivano pagati gettoni pari a 516,46 euro per il presidente (in tutti i casi Baroni), 309,87 euro per ogni componente e 206,58 euro per ogni testimone. La Procura della Corte dei Conti ha segnalato, poi, l’erogazione di compensi anche alla commissione che era stata chiamata a valutare semplicemente le offerte pervenute per i materiali di largo consumo.

La tragica alluvione del magio 1998 colpì non solo il territorio a cavallo tra il Salernitano e l’Avellinese, ma anche San Felice a Cancello, nel Casertano. Il presidente del Consiglio dei Ministri, con un decreto datato 8 maggio, riconobbe lo stato di emergenza nei territorio interessati e nominò il presidente della Regione come commissario delegato. Fu istituita, quindi, una struttura di supporto per i “primi interventi urgenti per fronteggiare i danni conseguenti alle avversità atmosferiche e agli eventi franosi”.

Secondo il verdetto di primo grado emesso dalla magistratura contabile ci fu chi intascò somme non dovute per il lavoro svolto. ©RIPRODUZIONE RISERVATA