Appalti e assunzioni, inchiesta sui rifiuti 

La Procura ha acceso i riflettori sulle società pubbliche del settore. Acquisiti atti nelle sedi di Ecoambiente e Consorzio

Appalti, debiti, passaggi di cantiere e stabilizzazione del personale: è un’indagine ad ampio spettro quella che la Procura di Salerno ha aperto sul settore dello smaltimento dei rifiuti. Un’inchiesta che ha già portato la polizia giudiziaria nelle sedi della società provinciale Ecoambiente e in quella del Consorzio di bacino Salerno 2, retto dal commissario liquidatore in attesa che si completi l’attuazione della legge sul ciclo integrato dei rifiuti. L’indagine è affidata al sostituto procuratore Silvio Marco Guarriello e secondo le indiscrezioni vi sarebbero già alcuni nomi iscritti sul registro degli indagati, sebbene le attività investigative siano ancora nella fase iniziale.
Nel fascicolo sono confluiti più filoni. Tutto sarebbe iniziato dal sospetto di infiltrazioni della camorra nel trasporto e nello smaltimento dell’immondizia, evidenziato dalla stessa presidente della Corte d’Appello, Iside Russo, in apertura dell’anno giudiziario. La relazione parlava di indagini in corso su un Consorzio «impegnato nella gestione delle attività inerenti il ciclo dei rifiuti in Salerno e provincia», aggiungendo che da quelle indagini stavano emergendo «significativi collegamenti con persone appartenenti o comunque collegate al clan dei casalesi, quali gestori di fatto di dette attività». Da allora le indagini della Direzione distrettuale antimafia hanno preso in esame infiltrazioni criminali soprattutto nei territori di Eboli e dell’Agro nocerino sarnese, ma pare che nelle ultime settimane la pista del collegamento con i clan sia evaporata e le indagini si stiano concentrando su presunte irregolarità legate all’affidamento degli appalti e alle assunzioni. Alle porte del Consorzio di Bacino hanno bussato sia carabinieri che Guardia di finanza, chiedendo innanzitutto chiarimenti sulla normativa che governa il settore e poi relazioni su due questioni in particolare: i debiti che alcuni Comuni ancora hanno nei confronti del Consorzio e poi il percorso di stabilizzazione dei suoi lavoratori, che a norma di legge dovrebbero essere assorbiti da Salerno Pulita con un passaggio di cantiere che, però, tarda ad essere attuato. Su questo i sindacati sono in pressing da mesi e i ritardi sono stati sottolineati da tempo agli uffici regionali, da cui pare siano partite le carte per la Procura della Repubblica.
Nel caso di Ecoambiente sarebbe stata invece la neo presidente, l’ex sostituto procuratore generale Maria Maddalena Russo insediatasi a gennaio dopo il congedo dalla magistratura, a mettere nero su bianco le perplessità. Secondo le indiscrezioni sarebbero state segnalate anomalie nell’affidamento di alcuni servizi, sia per il susseguirsi di proroghe che per l’inserimento di ditte che non avrebbero partecipato alle selezioni iniziali. Anche su questo la magistratura ha acceso i suo riflettori, allargando la rete di un’inchiesta che coinvolge l’intero comparto.
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