il fatto

Api nelle aule della materna "Alemagna" e rischio di doppi turni

I bimbi dell'istituto di Torrione Alto verranno divisi nelle classi della scuola per l’infanzia "Collodi"

SALERNO. Sono sul piede di guerra i genitori degli alunni della scuola per l’infanzia “Collodi” e della primaria “Alemagna”, da mercoledì scorso chiuse per una invasione di api che ormai da anni hanno scelto le intercapedini delle mura dell’istituto scolastico di Torrione Alto come loro casa. Il sindaco Vincenzo Napoli, per garantire la sicurezza all’interno della scuola, ha prolungato quella che doveva essere una chiusura temporanea che avrebbe interrotto le lezioni solo per un paio di giorni, fino a oggi, giorno in cui – come ha fatto sapere la dirigente scolastica Maristella Fulgione – il problema dovrebbe essere risolto benchè i tentativi fatti finora dai vigili del fuoco e addirittura da una ditta specializzata chiamata per rimuovere il favo non abbiano dato risultati positivi.

Se così non fosse, e se quindi le aule continueranno a essere infestate dagli insetti, si dovranno adottare soluzioni alternative e quelle ipotizzate dalla stessa dirigente per garantire la continuità didattica bruscamente interrotta mercoledì, con la conseguenza di creare allarme tra le mamme e i papà dei bambini. Si pensa, infatti, se la scuola dovesse risultare ancora inagibile, di spostare gli alunni delle elementari in un altro plesso scolastico vicino all’Alemagna dove verrebbero fatti i doppi turni di lezione, mentre i piccoli della materna dovrebbero venire accolti nella sede distaccata della Collodi a Sala Abbagnano e inseriti, dopo essere stati adeguatamente divisi, nelle classi già esistenti, quindi con nuove maestre e altri compagni.

Questa ipotesi è stata proposta dalla dirigente Fulgione durante un incontro tenutosi martedì pomeriggio con i genitori e i rappresentanti delle classi dell’istituto, e i malumori hanno fatto presto a farsi sentire. Le mamme e i papà lamentano, infatti, il ritardo nella risoluzione di un problema che era noto da tempo e che si sapeva sarebbe esploso in primavera. Lo scorso ottobre, infatti, alcuni genitori scrissero alla dirigente sollecitando un intervento di bonifica preventivo, richiesta poi rinverdita durante le scorse vacanze natalizie ma nulla, nei mesi scorsi, è stato fatto per evitare di arrivare al punto in cui la scolaresca si trova adesso.

Nei giorni scorsi la direttrice Fulgione ha ammesso, riferendosi alla pericolosa presenza degli sciami: «Non è la prima volta che accade un episodio del genere, anche se non si era mai verificata una situazione così eclatante come quella di mercoledì. Sono qui da sei anni e ho ereditato un bel problema».

Problema che negli anni sembra essere addirittura peggiorato: all’inizio il favo era circoscritto a una sola parete dell’istituto, poi gli insetti hanno invaso le intercapedini delle mura fatte di mattoncini rossi, rendendo così inutile anche l’intervento di un apicoltore.

Ovviamente, l’improvvisa chiusura della scuola, ha creato non pochi problemi a quei genitori che di mattina lavorano, i quali hanno dovuto optare per baby sitter e ludoteche in mancanza di nonni disposti a tenere i bambini nelle ore normalmente destinate all’apprendimento tra i banchi, provocando spese non previste dal budget familiare. E questo non ha certo aiutato a distendere il clima venutosi a creare tra le famiglie e la dirigenza scolastica che, proprio col fine di riprendere il prima possibile le lezioni, ha ventilato le possibilità suddette, che però non sono state accolte con grande entusiasmo dai genitori che continuano a puntare il dito contro la mancata azione di prevenzione richiesta con largo anticipo rispetto alla primavera, in tempi non sospetti quando era possibile intervenire senza procurare i disagi verificatisi in questi giorni.