Aperta un’inchiesta sui canoni idrici

Sarno: sarà la Corte dei Conti a valutare una presunta perdita di un milione e mezzo di euro

SARNO. La questione dei canoni idrici per il periodo che va dal 1996 al 2002 andrà alla Corte dei Conti. L’interrogazione consiliare presentata dal Pd ha spinto il segretario comunale a nominare un gruppo di lavoro che, come una commissione d’inchiesta interna, dovrà raccogliere in trenta giorni sedici anni di atti e di contenzioso in materia per elaborare una relazione da inviare alla Procura contabile regionale.

Il Pd aveva denunciato un possibile mancato incasso di un milione e mezzo da parte del Comune per una cattiva gestione della vicenda e non solo. Nel 2006, i residui attivi, cioè le quote da incassare dai contribuenti, formavano l’avanzo di amministrazione ed erano di circa due milioni.

Nel 2010, tali residui sono stati riaccertati, diventando 523 mila prima e, nel 2011, 491mila. Si leggeva nell’interrogazione: «La differenza di circa 1.500.000 euro è stata incassata o è stata cancellata perché inesigibile? Se non è stata incassata e l’Ente l’ha cancellata significa che il Comune ha perso un pari importo, determinando un grave danno erariale. Quindi, l’amministrazione e il funzionario preposto quali attività hanno intrapreso per perseguire i responsabili di questo grave ammanco?». Mirino puntato anche contro Poste Italiane che, in virtù di una convenzione, senza gara preventiva, con il Comune formò e spedì 1230 ingiunzioni, 1435 intimazioni e 202 rateizzazioni.

«Su una spesa prevista di 16.000 euro -si legge- il funzionario ne ha liquidati 41.000. Perché tale procedura non è stata effettuata dal’Ufficio preposto e dal Funzionario gravando le casse dell’ente di un costo che poteva essere pari solo alle spese di notifica degli atti da parte dei messi comunali e, quindi, per stima in eccesso pari a circa 10.000 euro?». Poi, c’è l’enorme contenzioso scaturito dalla notifica delle ingiunzioni che ha visto il comune, quasi sempre, soccombente.

Secondo il Pd poteva essere evitata la nomina di legali dell’ente e il funzionario avrebbe potuto costituirsi personalmente, evitando l’aggravio. Roberto Robustelli, capogruppo del Pd, commenta: «È un risultato politico di rilievo perché, purtroppo, nel corso degli anni, la gestione allegra della finanza locale ha impoverito tutti. È giusto che venga fatta chiarezza perché, a fronte di sprechi, non si possono chiedere sacrifici ai cittadini».

Gaetano Ferrentino

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