AGROPOLI

Antenna fissa per la telefonia Via libera dal Comune

AGROPOLI. L’antenna mobile installata dalla Wind in località Selva, ad Agropoli, diventerà fissa. Il Comune ha infatti rilasciato alla società di telecomunicazioni l’autorizzazione paesaggistica ai...

AGROPOLI. L’antenna mobile installata dalla Wind in località Selva, ad Agropoli, diventerà fissa. Il Comune ha infatti rilasciato alla società di telecomunicazioni l’autorizzazione paesaggistica ai fini degli “interventi relativi al progetto per l’adeguamento di un impianto di telefonia mobile di tecnologia gsm-dcs-umts e lte». Dal Municipio fanno sapere che “la Wind aveva già ricevuto i pareri dell’Arpac e della Soprintendenza e quindi l’autorizzazione rilasciata dall’ufficio del responsabile dell’area Assetto ed utilizzazione del territorio era un atto dovuto”. Inoltre, “i ripetitori avranno pari potenza di quelli già presenti in loco».

Il ripetitore, dapprima mobile, su ruote, diventerà quindi fisso. Effettivamente, se l’amministrazione comunale non autorizzasse l’installazione, non ottempererebbe al decreto Gasparri, in materia. Ma è anche vero che sugli effetti che l’inquinamento elettromagnetico può provocare sulla salute, a lungo termine, va precisato che lo stato attuale delle conoscenze è ancora limitato, tanto che non si possono predire effetti nocivi, in particolare di tipo cancerogeno o altre patologie che potrebbero colpire soggetti meno dotati dal punto di vista immunologico. Per questo, una parte della comunità scientifica, preventivamente, ha suggerito di inibire l’installazione di impianti di radiofrequenza nelle vicinanze di ospedali, scuole e asili. La zona in cui verrà installata l’antenna è comunque adiacente ad abitazioni. La storia dei ripetitori ad Agropoli parte da lontano, nel novembre 2001, quando a seguito di controlli della polizia municipale, le antenne di Tim, Wind, Omnitel e Blu, posizionate in località Selva, furono sequestrate perché abusive e piazzate in un’area del Parco del Cilento, sottoposta a vincoli paesaggistici. Le società avevano impiantato i ripetitori stipulando un contratto di fitto con i proprietari del fondo. La Procura notificò gli ordini di abbattimento, mai eseguiti; le aziende presentarono ricorso al Tar, chiedendo anche una sanatoria al Comune, che ebbe esito negativo.

Andrea Passaro

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