GIUSTIZIA

Anno giudiziario a SalernoApertura tra i veleni

Inaugurazione in tribunale all'indomani della sentenza del Csm che ha trasferito il procuratore Apicella al culmine dello scontro con Catanzaro per il caso "Why not". Cauto il presidente della Corte di Appello di Salerno, Matteo Casale. Presente anche Riviezzo del Csm: "Decisione dolorosa ma necessaria". Duro il presidente dell'Anm, Sgroia: "Salerno non è Catanzaro, attendiamo di sapere il perché di tutto questo"

La giustizia salernitana prova a lasciarsi alle spalle la bufera che ha travolto la procura nei giorni scorsi, con la sospensione da funzioni e stipendio del capo dei pm Luigi Apicella dopo lo scontro con i colleghi di Catanzaro in seguito al caso De Magistris.
Cauto il presidente Casale. Inevitabile, nella cerimonia di apertura dell'anno giudiziario, un riferimento a queste vicende, anche se cauto: ''La estrema vicinanza degli accadimenti, la doverosa riservatezza, la non perfetta conoscenza degli atti giudiziari, il dovuto rispetto agli organi istituzionali ed a quelli giudiziari mi impongono di tenere il massimo riserbo'', ha detto il presidente facente funzione della Corte di Appello di Salerno, Matteo Casale, nella sua relazione di apertura. Casale ha ribadito la preoccupazione per quanto accaduto e che ''la vicenda e la forte risonanza mediatica poteva incidere sulla già altalenante credibilità del Paese nelle istituzioni giudiziaria''. ''Posso soltanto affermare con fermezza - ha aggiunto - che la capacità di recupero che caratterizza da sempre gli operatori giudiziari ha consentito di mantenere alta la serenita' di giudizio in tutto l'ambiente distrettuale''.
Riviezzo (Csm) invita alla calma. Sull'argomento è intervenuto anche il rappresentante del Csm Ciro Riviezzo: ''Sono qui a Salerno non per affermare l'autorevolezza del Consiglio Superiore della Magistratura, ma condividere le ragioni di una scelta dolorosa ma necessaria''.
Sgroia (Anm) attacca Csm. ''Salerno non è Catanzaro. In relazione ai magistrati di Salerno si è sempre discusso soltanto del metodo di elaborazione del provvedimento giudiziario adottato, mentre per quelli di Catanzaro si è ipotizzata la ben più grave violazione di specifiche disposizioni normative''. Lo ha detto il presidente della sezione distrettuale di Salerno dell'Anm Gaetano Sgroia, presente stamane all'apertura dell'anno giudiziario.
Sgroia ha sottolineato che ''sin dall'inizio di questa vicenda la giunta esecutiva centrale dell'Anm non ha avuto esitazione a fare anche autocritica e ad affermare, in relazione al contesto calabrese, che per molti anni si è consentito che la direzione di uffici giudiziari delicatissimi fosse affidata a magistrati spesso professionalmente squalificati, a volte addirittura collusi con i potentati''.
''Attendiamo - ha detto Sgroia - di leggere la motivazione per comprendere perché si è ritenuto necessario adottare urgenti provvedimenti cautelari, perché si è ritenuto necessario sanzionare più gravemente il Procuratore della Repubblica di Salerno e perché si è ritenuto non necessario sanzionare due dei quattro magistrati calabresi incolpati''.