Angri, scatta il sequestro per l’azienda conserviera

I carabinieri hanno constatato che tutta la produzione era svolta abusivamente Il “business” si nascondeva dietro una attività di ristorazione da asporto

ANGRI. Un’azienda agroalimentare completamente abusiva è stata scoperta dai Nas nella zona di Angri. Il blitz dei carabinieri del nucleo antisofisticazioni di Salerno guidati dal comandante Valter Feniello ha individuato e sottoposto a sequestro un intero stabilimento industriale di produzione alimentare nel corso di un lavoro di prevenzione nel settore.

I Nas hanno posto i sigilli al conservificio abusivo per gravi violazioni igienico-ambientali, con riscontrare condizioni igieniche precarie. I carabinieri hanno contestualmente sottoposto sequestrato oltre 500 chili di conserve vegetali sottolio e sottaceto ravvisando le contestate sanzioni amministrative al titolare, denunciato a piede libero. Lo stabilimento era abusivo e versava in precarie condizioni igieniche, sanitarie e gestionali, con il blitz degli investigatori del reparto antisofisticazione dei carabinieri che hanno chiuso la struttura e sequestrato oltre 500 chili di conserve vegetali sottolio e sottoaceto. La maggior parte dell’attività di filiera industriale, dall’attività di stoccaggio, alla fase di cottura e deposito delle materie prime, si svolgeva all’esterno della struttura, sotto una tettoia che secondo le contestazioni ravvisate non assicurava la prevista e corretta protezione degli alimenti dalle intemperie e da animali infestanti. La ditta era autorizzata come attività di ristorazione da asporto ma di fatto, a quanto riportato dai dettagliati accertamenti finiti nell’informativa preparata dai carabinieri intervenuti, produceva ingenti quantità di carciofi, melanzane, zucchine e peperoni sottolio e sottaceto che, confezionate in barattoli, venivano poste in vendita nella stessa azienda, pronte per il pubblico, in modo completamente abusivo.

La struttura non aveva un’idonea attrezzatura, i materiali di conservazione non erano quelli previsti dalla legge sull’adulterazione alimentare e le norme non erano regolarmente rispettate. I militari hanno accertato nello specifico come le procedure di pastorizzazione dei prodotti, una volta finiti, veniva eseguita all’esterno, semplicemente bollendo le confezioni in bidoni per un comune uso domestico, in violazione dell’iter di corretta conservazione nel ciclo alimentare. Al titolare dell’azienda, finita sotto sequestro, col coordinamento del sostituto procuratore, sono state contestate sanzioni penali e amministrative.

(a. t. g.)

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