PARTITO DEMOCRATICO

Andria avvia la campagna: «Deluso da De Mita"

Amarezza per l'addio e le "offese triviali". E nel tour elettorale inaugura l’auto del partito

Arriva al Jolly hotel a bordo dell’auto elettorale, un Fiat Ulisse verniciato di verde con il simbolo e lo slogan del Partito Democratico. Con questa vettura Alfonso Andria batterà nei prossimi venti giorni provincia e regione.«Una campagna elettorale quasi casa per casa - annuncia - alla vecchia maniera».
• E precisa: «Sono incontri in cui si parla di problemi e programmi, mica di polemiche politiche».E’ una delle stoccate a Ciriaco De Mita, «che, anche lui, farebbe bene a soffermarsi sull’Unione di centro con cui è candidato, invece di continuare a parlare del Pd».Gli ultimi giorni di veleni, con il leader di Nusco a puntare il dito contro "miserabili" e "manichini" hanno lasciato il segno.«Abbiamo dovuto leggere qualche parola di troppo - reagisce Andria - Un linguaggio un po' da trivio, fatto di derisione e di offese, che mi lascia profondamente deluso. Ed è ben strano che venga chiesto a noi di giustificare la nostra permanenza nel Pd mentre è De Mita a non aver ancora spiegato perché se n’è andato. E la spiegazione è personale, non politica: se avesse avuto la deroga per la candidatura, mi sa che andava diversamente».
La tesi predicata da qualche demitiano di ferro - secondo cui il leader non ha abbandonato il Pd, per il semplice fatto che non vi ha mai aderito - viene smontata in pezzi.«La storia di Ciriaco De Mita la ricordo bene. Non solo è uno di quelli che ha teorizzato il centrosinistra, incarnato ora nel Pd, ma è stato fortemente impegnato in questo progetto fino a un mese fa, prima con le primarie e poi con iniziative e convegni. Rigurgitare vecchie perplessità solo quando non si viene candidati, mi pare un po' tardivo». Da parte sua la candidatura l’avrebbe vista di buon occhio: «Continuo a pensare che per lui il partito poteva concepire una deroga - chiosa - ma la reazione che ha avuto non è quella che ci si aspettava da un uomo politico della sua statura. La considero anzi un gesto politico sconsiderato. E mi pare francamente un po' troppo che, invece di rispondere su questo, si abbandoni a dichiarazioni offensive».
L’eurodeputato spiega di non sentirsi nel mirino («non ho mai avuto sudditanze né politiche né istituzionali»), però prende le difese del segretario regionale Tino Iannuzzi: «Ha fatto di tutto e di più per la deroga, e ora De Mita lo ricambia in questo modo ingeneroso».
La rottura, almeno per il momento, pare insanabile. «Spero di non dover più tornare sul’argomento» conclude Andria, che i prossimi giorni vuole dedicarli ai contatti con gli elettori. «Niente comizi alla vecchia maniera ma incontri. Anche nelle case, anche a gruppi di venti, perché è nell’ascolto e nel dialogo che si stimola l’interesse delle persone. E devo dire che, dopo le iniziali timidezze, vedo un’attenzione crescente». Il suo posto al Senato è blindatissimo, secondo in lista alle spalle di Marco Follini. «E’ un grande riconoscimento - sottolinea - E se da un lato c’è l’amarezza di non potersi contare con le preferenze, dall’altra c’è la gratificazione dei tanti che mi dicono di votare Pd non solo per il progetto, ma anche per la mia candidatura».