2014: un anno di cronaca

Anche nel Salernitano efferati femminicidi

Hanno fatto scalpore quelli verificatisi nello stesso giorno a Postiglione e Vibonati. Il caso irrisolto della prostituta a Nocera

SALERNO. L’escalation di femminicidi ha trovato terreno fertile anche nel Salernitano, dove purtroppo non sono mancati episodi cruenti ai danni delle donne. Qualcuna s’è salvata, altre invece hanno dovuto arrendersi alla furia di uomini che non accettavano l’individualità delle loro donne, l’essere autonome e dunque la scelta di andare avanti nella propria vita senza di loro. Il primo dramma s’è verificato nel giorno della festa delle donne, a molti chilometri dalla nostra terra, precisamente a Vigevano dove una coppia di Scafati aveva aperto un’attività e messo su famiglia. Il 71enne Francesco Albano non accettava che la moglie, Assunta Sicignano, 43 anni, volesse lasciarlo per un uomo più giovane. Così l’uomo le sferra dieci fendenti con un coltello da cucina. Almeno cinque i colpi dritti al cuore che hanno ucciso la donna originaria di Scafati. Passano appena due giorni e il 10 marzo la follia si impadronisce di un altro uomo. Il 56enne Antonio Memoli, salernitano, operatore di una associazione di volontariato del capoluogo, di mestiere panettiere, armato di una pistola semiautomatica si reca in via Palinuro a Mercatello, dove la sua ex compagna, un matrimonio fallito alle spalle, era ospite della sorella del suo ex marito. Memoli entra e sparato, prima alla donna, poi alla cognata che ha la prontezza di chiudersi in bagno con i bambini. Poi Memoli si suicida sparandosi un colpo in bocca. La sua ex compagna, dopo essere stata in coma, si salva.

Il 30 maggio tocca a una prostituta finire esanime per mano di un uomo, tra l’altro non ancora identificato. È accaduto a Nocera Superiore dove in una piccola baracca in via Lamia, nella zona industriale di Nocera Superiore, viene ritrovata morta una prostituta di 74 anni. La donna è seminuda, riversa in terra, ai piedi di un letto, in bocca ha conficcato il piede di una rete metallica, sulla quale è adagiato il materasso, e presenta diverse ecchimosi sul volto e su braccia e gambe. È invece il primo dicembre quando vengono commessi due femminicidi: uno a Postiglione, dove Cosimo Pagani ha inferto almeno dieci coltellate a Mariangela D’Antonio, 34 anni. L’uomo aveva annunciato l’omicidio attraverso i social. Poche ore dopo è toccato a Pierangela Gareffa, 39enne,uccisa con una sola coltellata dal marito, Sandro Efisio Pili, di 48 anni, al termine di un litigio avvenuto nella loro abitazione di Vibonati.

Una storia di inaudita violenza scuote invece la piccola comunità di Montecorvino Rovella. È la mattina del 6 agosto quando un pastore trova il cadavere di un uomo bruciato ed appeso a un albero. Dopo le prime indagini la tremenda verità: quel corpo è di Romano Di Francesco, 69 anni, ammazzato di botte dal figlio Giancarlo che poi occultato il cadavere e lo dà alle fiamme con la complicità della sorella Sonia. Complice anche la moglie della vittima, Annunziata Mercadante.

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