Anastasio, cade l’aggravante Non ci fu il metodo mafioso

Lo ha stabilito il tribunale del Riesame, il politico resta agli arresti domiciliari fuori regione Intanto la segreteria comunale di Pontecagnano ha dichiarato non valide le dimissioni

PONTECAGNANO. Cade l’aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso: è quanto specifica, nelle motivazioni, il tribunale del Riesame di Salerno, in merito alla decisione presa, nelle scorse settimane, di porre agli arresti domiciliari - fuori regione - l’ormai ex (o forse no) consigliere comunale di Pontecagnano Faiano, Antonio Anastasio. Il tribunale del Riesame, in base agli indizi raccolti, non ha ritenuto applicabile la misura cautelare in merito alla contestazione, fatta ad Antonio Anastasio, del reato di violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso e del reato di attentato ai diritti politici del cittadino.
Come è noto, Antonio Anastasio venne tratto in arresto lo scorso 22 febbraio dai carabinieri della compagnia di Battipaglia nell’ambito dell’operazione “Perseo”, condotta dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Salerno. In quella occasione furono sedici le persone destinatarie di misure restrittive ((14 in carcere, una ai domiciliari e una destinataria di interdizione ad assumere incarichi direttivi per dodici mesi). Secondo l’accusa, Antonio Anastasio si sarebbe rivolto a un esponente del clan Pecoraro-Renna per far minacciare il consigliere comunale di maggioranza Luigi Bellino, affinché in occasione del consiglio comunale di maggio 2016 non votasse il bilancio e facesse cadere l’amministrazione guidata dal sindaco Ernesto Sica. Bellino si recò quindi dai carabinieri a presentare denuncia.
In seguito agli arresti del 22 febbraio il giudice per le indagini preliminari, lo scorso 8 marzo, disse quindi “no” alla richiesta dei legali di Antonio Anastasio - difeso dagli avvocati Giuseppe Della Monica e Antonio Boffa - che presentarono istanza di scarcerazione. Istanza accolta invece successivamente dal tribunale del Riesame, che ha reso note le motivazioni.
Antonio Anastasio resta comunque agli arresti domiciliari in Puglia ma, a quanto pare, è ancora consigliere comunale, seppur sospeso: in occasione, infatti, della seduta consiliare del 15 marzo, il consigliere sospeso Anastasio fece pervenire all’attenzione del Consiglio una lettera (che era stata protocollata due giorni prima) nella quale annunciava le sue dimissioni dalla carica di consigliere comunale. Il “temporaneo” sostituto Angelo Mazza (che aveva appunto “esordito” in Consiglio il 15 marzo) divenne quindi consigliere comunale effettivo. Nei giorni scorsi, però, il segretario comunale di Pontecagnano Faiano, Liliana Sada, ha dichiarato “non valide” le dimissioni di Antonio Anastasio in quanto “non accompagnate da firma autenticata”. Quindi potrebbe anche far ritorno tra i banchi dell’assise di Pontecagnano Faiano.
Marco De Simone
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