Ammazzano un finto prete, arrestata anche un donna di Angri

L’uomo massacrato di botte e asfissiato per un debito di venticinquemila euro: sei in manette

ANGRI. Molto probabilmente è stata una rapina finita male: accusati in sei dell’omicidio di Patrizio Faustino Barlone avvenuto l’8 febbraio 2015 a Monte San Biagio, in provincia di Latina. L’ex diacono sospeso a divinis che di tanto in tanto utilizzata abusivamente l'abito spacciandosi per sacerdote era stato picchiato all’interno del suo appartamento. Lo avevano massacrato di botte e poi lo avevano legato mani e piedi con delle fascette di plastica, imbavagliato con un maglione stretto al collo con una sciarpa: l’ex diacono era quindi deceduto per asfissia.

Sei le persone finite in carcere a seguito di ordinanza cautelare emessa dal Gip Nicola Iansiti, su richiesta del sostituto Tortora che ha coordinato le indagini svolte dai carabinieri. Gli arresti sono stati eseguiti ieri dai militari del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Terracina, in collaborazione del personale dell’Arma di Napoli, Ercolano, Torre del Greco ed Angri. In carcere sono finiti Vincenza e Salvatore Avola, di 36 e 43 anni, la prima difessa dall’avvocato Pierluigi Spadafora, di Angri e di Torre Del Greco, Antonio Imperato, 56 anni, di Ercolano, Carmine Marasco, 49 anni, di Torre Del Greco, Salvatore Scarallo, 50 anni, di Napoli e Aldo Quadrino, 53enne imprenditore nel settore oleario di Fondi. Le indagini erano scattate la mattina del 9 febbraio quando fu rinvenuto il cadavere di Barlone all’interno del suo appartamento dove si era recata una sua parente.

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