LOTTA AL TERRORE

“Amin”, una casa di sabbia: «Dormiva in riva al mare»

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BATTIPAGLIA - Una coperta di stelle ed un materasso di sabbia. Era la casa vista mare di Afia Abderrahman. La casa di “Amin”, ché a Battipaglia lo chiamavano così quel 29enne marocchino senza un passato. Una delle migliaia d’ombre che popolano la cadente terra di nessuno, il litorale della Piana del Sele stretto tra Battipaglia ed Eboli, disseminato di casupole diroccate e fatiscenti caravan dismessi. All’inizio “Amin” viveva proprio in una delle roulotte abbandonate tra i pini della fascia costiera, in compagnia di due connazionali. Poi lo sgombero e il “trasloco” forzato sulla battigia della spiaggia. La sabbia dorata di località Lido Lago diventò il giaciglio del generale marocchino del Daesh. «S’immergeva in acqua pure a febbraio - il ricordo d’un battipagliese che risiede nei paraggi - e poi pregava, di fronte al mare». Lo sguardo rivolto alle onde: chissà se gli ricordavano quelle che s’infrangono contro il porto della sua Tangeri, pezzo di Marocco che s’affaccia sullo Stretto di Gibilterra e s’impettisce orgogliosamente di fronte alla Spagna.

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