Amerigo Panico non verrà arrestato

Pagani: il tribunale del Riesame si è opposto all’appello presentato per la bancarotta

PAGANI. Il riesame rigetta il ricorso contro la scarcerazione dell’imprenditore Amerigo Panico, accusato di bancarotta per il crack della ‘Panico srl veicoli industriali’. I giudici hanno dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato dal pubblico ministero Lenza contro la decisione del gip Scermino, che in prima istanza aveva accordato la richiesta di custodia in carcere e successivamente concesso la remissione in libertà previa integrazione documentale.

Il ricorso è dichiarato inammissibile in virtù di alcuni vizi procedurali riscontrati: questo conferma la libertà per l’imprenditore paganese Amerigo Panico, denunciante e parte civile nel processo contro Alberico Gambino. Panico era stato scarcerato dal gip dopo il contestuale rigetto della richiesta di misura cautelare per i fratelli dell’imprenditore, Luca e Maria Beatrice.

Il pm Lenza aveva posto parere negativo sulla scarcerazione di Panico, non ravvisando alcun elemento nuovo per attenuare la misura custodiale. Il riesame ha seguito la decisione del giudice per le indagini preliminari, dopo la presentazione tramite i legali Federico Cioffi e Gaetano Pastore di copiosa documentazione economico-finanziaria inerente il fallimento della ‘Panico veicoli industriali’, con la relazione su ulteriori responsabilità a carico dei suoi familiari nel crac della società, in particolare proprio i fratelli.

Lo stesso intreccio finanziario resta alla base del fascicolo che non è ancora chiuso: Panico resta indagato per le accuse contestate di bancarotta. Nello sviluppo dell’attività inquirente Panico aveva puntato anche sulle dichiarazioni auto-accusatorie alla procura Antimafia di Salerno. La vicenda giudiziaria è nata dalla denuncia dei legali rappresentanti di due società, la “Compagnia Italiano Rimorchi srl” e la “Fratelli Giovanardi di Giovanardi Carlo sas” contro Amerigo Panico, liquidatore della ‘Panico veicoli industriali’.

Nel periodo compreso tra il 2005 e il 2009 le due ditte avevano effettuato alla ‘Panico’ forniture per 785mila euro e 245mila euro, con i crediti non saldati. Nel 2010 la Panico chiese di accedere al concordato preventivo, con la nomina di un commissario giudiziale e le verifiche successive. Poi nel gennaio 2011 le due società che avevano denunciato l’imprenditore ebbero notizia di distrazioni della Panico srl - in danno ai creditori, per 3milioni e 174mila euro.

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