Ambiente e lavoro Parte lo studio intorno alle Fonderie

L’Asl coordina l’indagine epidemiologica nella Valle dell’Irno Della Porta: «Ricerca complessa, articolata in tre fasi»

È stato firmato lunedì sera il documento con cui la Regione Campania ha finalmente dato ufficialmente il via al progetto Spes-Fonderie Pisano che prevede uno studio approfondito sulla condizione della salute degli abitanti e dell’inquinamento del territorio della Valle dell’Irno. Ad annunciarlo è stato il direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asl Salerno, Domenico Della Porta: «Partiremo con lo studio epidemiologico ambientale denominato progetto “Spes-Fonderie Pisano” grazie ai finanziamenti straordinari messi a disposizione dalla Regione Campania. Sarà il secondo studio che si condurrà nell’area, dopo il primo di tipo osservazionale e retrospettivo sulla popolazione, partito a marzo scorso e condotto dall’Asl». Si parla di diverse centinaia di migliaia di euro che la Regione metterà a disposizione, come soggetto finanziatore, degli enti e delle istituzioni che prenderanno parte al progetto: dall’Asl, che coordinerà attraverso Della Porta l’intero sviluppo, fino all’Arpac e all’Istituto Zooprofilattico, che si occuperanno dei vari rilievi sulle matrici ambientali (terra, aria, acqua e le varie tipologie di coltivazioni). Saranno presenti anche il Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa, l’Università di Salerno, l’Istituto superiore della Sanità e l’Organizzazione mondiale della Sanità e diversi laboratori d’analisi presenti sul territorio campano, che daranno un supporto determinante per l’elaborazione della vastissima mole di dati.

«Il progetto si basa su tre fasi fondamentali – spiega il coordinatore dello studio – La prima sarà di valutazione ambientale nel quale si caratterizzeranno le matrici e che partirà stesso questo mese; la seconda prevede la selezione del campione umano secondo stretti criteri di valutazione e partirà intorno la fine di novembre. In questa fase si recluteranno circa 200 residenti per ognuna delle tre fasce di studio, a 500 metri dalle fonderie, a un chilometro e a due chilometri di raggio per un totale di 600».

Infine, la terza fase. «È prevista l’elaborazione dei dati dopo aver effettuato tutti i prelievi di sangue sul quale riscontrare la presenza di diossine, policlorobifenili o metalli potenzialmente tossici come cadmio, piombo o cromo. Si verificheranno così – sottolinea Della Porta – gli effettivi danni sul metabolismo, eventuali mutazioni genetiche e quanto di queste sostanze sia stato assimilato da organismi aventi precise caratteristiche. Sarà una ricerca complicata ma fondamentale dato che anche un solo caso potrebbe essere essenziale per la corretta analisi finale. Contiamo di concludere tutto il parco analisi entro aprile o maggio del 2017». I dati conclusivi saranno poi comparati con un campione di popolazione del Cilento che vive lontano attività industriali.

Capitolo lavoratori. Nel pomeriggio di ieri, l’incontro tra Cgil e dirigenza delle Fonderie ha sostanzialmente ratificato la mancanza di un accordo a livello provinciale. Ora vi saranno a disposizione altri 30 giorni per cercare un accordo a livello regionale prima che i licenziamenti diventino effettivi. Un secondo vertice in Regione, quindi, che viaggerà parallelo a quello già aperto dalla Cgil per cercare un modo per acquisire la cassa integrazione in deroga per i 120 operai.

Emilio D’Arco

©RIPRODUZIONE RISERVATA