Amato: «Il mio impegno per i poveri»

Rete Solidale lancia il Social market. Giuseppe jr, travolto dal crac del pastificio di famiglia, offre il suo capitale umano

Carmen Guarino, direttore generale di Rete Solidale, ha avuto l’idea. Giuseppe Amato jr, rampollo dello storico pastificio travolto dal crac e da un’inchiesta giudiziaria ancora in corso, ci ha messo quello che le nuove economie definiscono il capitale umano. Il risultato è un Social market - il primo in Campania - che alzerà la saracinesca venerdì in via Mosca, al quartiere Carmine, per consentire a quelle famiglie che ormai non riescono ad arrivare neppure alla terza settimana del mese, di comprare da mangiare al prezzo simbolico di un euro. Per l’imprenditore temporaneamente trasformato in commesso, è un tassello in più nell’alveo di quella “misura alternativa” che è l’affidamento in prova. L’ingresso in una nuova vita attraverso l’uscio di un accreditamento sociale concreto, dopo lo sgretolarsi di un impero e di legami familiari polverizzati sotto il peso del j’accuse economico-giudiziario. «Una nuova avventura, che leggo nel segno della continuità e non della frattura con il passato - sottolinea Amato - Ho sempre creduto nell’agire politico e sociale e il volontariato è stata una attività che mi ha accompagnato dai tempi del servizio civile ad oggi».

Ha avuto per molto tempo l’indice puntato contro, da chi l’ha accusata di aver contribuito a rovinare un’azienda solida e conosciuta anche oltre i confini nazionali. Adesso si rimbocca le maniche per aiutare le famiglie in difficoltà.

Quello che ho pagato non ha nulla a che vedere con la gestione del pastificio. E il volontariato non è una scoperta di oggi. Ho sempre lavorato guardando con attenzione al sociale, il mio impegno in Confindustria, nell’associazionismo, ma anche con la Fondazione Gatto o i convegni all’Università, sono sempre stati finalizzati a creare una rete nel mondo dell’agroalimentare. Forse molti degli errori che ho commesso, nascono anche dal fatto che mi sono ostinato a volere che l’azienda restasse operativa per le ricadute positive che poteva avere sul territorio.

Questo nuovo progetto però le offre l’occasione di “recuperare”, sul piano sociale e forse anche personale.

Ho sempre creduto fermamente nell’imprescindibilità di un agire politico e sociale. L’uomo non esiste se non è inserito nella società. Ho ammesso i miei errori e in parte li ho pagati. Non è facile sopportare ventiquattro mesi di galera. E’ un percorso dolorosissimo che non auguro a nessuno. Rete solidale mi ha offerto una possibilità di impegno concreto. La sinergia crea azioni virtuose, da soli non si va da nessuna parte. Ho avuto da questi professionisti del terzo settore l’occasione di essere ancora attivo in un ambito che reputo di conoscere piuttosto bene. Ed in questo modo di avviarmi verso la fine della pena, dimostrando anche a chi mi guarda con sospetto, di essere una persona che ha un valore assoluto, la dignità.

Ha offerto a Rete solidale il suo know how, ma anche il suo patrimonio di contatti.

Sì, ho lanciato una gara di solidarietà tra le aziende con cui avevo avuto rapporti di lavoro e la risposta è stata eccellente, perchè tutti hanno dimostrato una grande sensibilità. Purtroppo i nuclei familiari che hanno difficoltà a fare la spesa sono in continua espansione. Molti, per dignità, hanno remore a rivolgersi a chi può aiutarli. Mi auguro che con questo Social market si riesca a regalare un briciolo di serenità a chi è costretto a fare ogni giorno a cazzotti con le difficoltà.

In passato è stato vicino ad associazioni impegnate nella sclerosi multipla. Dopo il Social market che farà?

Fino alla fine della mia pena, continuerò a lavorare come commesso in via Mercanti, da Gigiò Gagliardi. Poi, una volta ultimato questo percorso, spero di riuscire ad offrire il mio contributo ad un altro progetto che mi sta a cuore e che vede La Tenda in prima linea: si tratta di un ciclo di corsi per insegnare la lingua italiana ai bambini extracomunitari, in particolare ai figli dei migranti.Sono diventato ancora più sensibile rispetto a queste tematiche. E se posso contribuire a cancellare le forme di emarginazione sociale, lo farò con ancora maggiore motivazione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA