Amalfi, uno scatto d’epoca sui volti scolpiti dal vento

La Repubblica marinara protagonista delle prossime tre cartoline da collezione Domani in regalo con “la Città” un’immagine che immortala “Via dei Mulini”

È l’antica Repubblica marinara la protagonista assoluta delle prossime immagini storiche della Costa d’Amalfi in regalo con “la Città”. Si parte domani con la prima delle tre cartoline che fanno rivivere una tempo oramai andato. «La cartolina d’epoca - spiega lo storico Giuseppe Gargano - reca la dicitura “Via dei Mulini”, sicuramente per indicare al turista la caratteristica arteria urbana che conduceva allora, e conduce tuttora, nell’incantevole Valle dei Mulini, famosa per le sue cascate, le limpide acque del Canneto o Chiarito, gli opifici della carta, la lussureggiante vegetazione boschiva, i terrazzamenti coltivati a limoni e l’incontaminata zona più interna. E lo scatto è attribuibile alla fine del 19esimo secolo, come provano gli abbigliamenti dei personaggi popolari evidenti a vari livelli nell’immagine». L’obiettivo fotografico del tempo, infatti, ha immortalato anche scene di vita, proprio in quello che, allora come oggi, è il cuore pulsante della cittadina. «La via pubblica che si sviluppa in profondità nell’immagine non è la “Via dei Mulini” - evidenzia Gargano - bensì l’odierna via Pietro Capuano, intitolata al cardinale amalfitano che nel 1208 introdusse il corpo dell’Apostolo Andrea nella cripta della cattedrale, trasportato circa due anni prima da Costantinopoli. La via appare lastricata da vasoli in pietra; questo tipo di pavimentazione stradale fu realizzato per la prima volta nel 1785, come attesta una delibera decurionale conservata presso l’Archivio storico del Comune». Dunque una spaccato della società di fine Ottocento. «La foto - rimarca Gargano, che è anche consulente alla Cultura della Provincia - mostra gli ingressi paralleli dei vicoli o delle scalinate pubbliche posti sui due lati della Ruga, a testimonianza del fatto che, quando il fiume scorreva scoperto, le due sezioni in cui rimaneva divisa la città erano collegate mediante ponti. In primo piano, sulla destra, si nota il fundacus domorum, cioè una casa - azienda, della famiglia nobile Capuano. L’elemento di certo più importante contenuto dalla cartolina è un edificio chiaro visibile in fondo: si tratta della chiesa dello Spirito Santo, edificata nel 1576 dalla nobile famiglia de Ancora, la cui residenza era collocata poco più a destra, dove tuttora sopravvive il ricordo toponomastico, collegato ad una via vicinale. I de Ancora, che praticavano l’arte della carta, istituirono in detta chiesa la confraternita dei cartari. Purtroppo nel 1936 fu deciso dalle autorità pubbliche cittadine l’abbattimento di quel luogo di culto, al fine di offrire maggior spazio al fiume per poter scorrere con più libertà in occasione delle piene che spesso si verificavano durante l’inverno». Gargano, altresì, fornisce ulteriori particolari che fanno fare realmente un salto a ritroso nel tempo, non solo attraverso le immagini ma pure con le parole. «La scomparsa della chiesa dello Spirito Santo - conclude lo storico - offrì l’occasione per la copertura del fiume fino alla Cartiera Amatruda e la conseguente urbanizzazione, alquanto disarmonica e disordinata, della sezione bassa della Valle dei Mulini. I turisti, che arrivano nell’area un tempo occupata dalla chiesa dei cartari e si guardano intorno, sono tentati a tornare indietro, credendo che da quel luogo ha inizio Amalfi moderna, se non fosse per la curiosità di visitare il Museo della Carta, una fondazione fortemente voluta dal magister in arte chartarum Nicola Milano».

Gaetano de Stefano

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