Amalfi, indagine sui contatti del boss Corrado Sparandeo

Qualcuno avrebbe potuto aiutare l’uomo e la sua donna nel reperire l’appartamento preso in fitto dal 25 agosto

AMALFI. Non ha avuto scampo Corrado Sparandeo, il boss beneventano al comando dell’omonimo clan camorristico. Aveva, probabilmente, scelto Amalfi per trascorrere una settimana di vacanza, confidando di passare inosservato tra i tantissimi turisti che affollano la cittadina costiera. Invece l’intuito e la bravura dei carabinieri della Compagnia di Amalfi, diretti dal capitano Alberto Sabba, non hanno lasciato al capo clan nessuna via d’uscita. Così, dopo poche ore dal suo arrivo, ai polsi di “Pinocchio”, il nomignolo con il quale Sparandeo è conosciuto negli ambienti malavitosi, sono scattate nuovamente le manette. Probabilmente avrà avuto solo il tempo di disfare le valige e di fare una passeggiata tra i vicoli e gli slarghi dell’antica Repubblica marinara, prima che i militari dell’Arma piombassero come falchi e fermassero lui e la sua accompagnatrice. Gli investigatori, tuttavia, non ritengono affatto chiusa la vicenda e, perciò, stanno facendo ulteriori controlli per capire in che modo Sparandeo avesse prenotato la casa vacanza.

Il contratto era a nome della sua compagna, D.D.N, 30 anni, pregiudicata, residente a Benevento, ma si vuole appurare con certezza che a “facilitare” i contatti non sia stata nessuna persona del luogo. Sparandeo che sarebbe dovuto rientrare nella casa del lavoro di Sulmona, dove era stato destinato, per due anni, in seguito ad una misura di sicurezza, aveva deciso di “allungare” la licenza che, al contrario, sarebbe scaduta il 24 agosto. Ma la sua “fuga” è durata veramente poco, in quanto i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile hanno notato la coppia, sabato pomeriggio, nella centralissima Piazza Duomo e l’atteggiamento della donna ha fatto suonare il campanello di allarme. Così sono entrati immediatamente in azione e hanno bloccato l’uomo e la compagna, sotto lo sguardo incuriosito e attonito di tantissime persone che affollavano il centro storico. In seguito alle verifiche i militari hanno potuto accertare come Sparandeo fosse ricercato: sulla sua testa, infatti, pendeva un “decreto di irreperibilità”, emesso dal Tribunale di Sorveglianza dell’Aquila appena tre giorni prima.

I due turisti molto particolari sono stati condotti nella caserma di via Casamare e il capo clan è stato arrestato. La donna, invece, è stata denunciata a piede libero per il reato di favoreggiamento personale, per essersi prodigata nel prenotare l’appartamento, ad uso turistico, dal 25 agosto al primo settembre. Sparandeo è stato portato nel carcere di Fuorni, con l’accusa di evasione e di inosservanza delle misure di sicurezza detentive.

Gaetano de Stefano

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