la violenza

Ama il nipote di un boss, stuprata da 12 ragazzini

Orrore tra Pimonte e Gragnano: quindicenne costretta ad avere rapporti sessuali.  La vittima ricattata con un video. I violentatori sono stati arrestati dai carabinieri

PIMONTE. Fatale l’infatuazione per il nipote del boss: un amore adolescenziale quello di una ragazzina di 15 anni che l’ha catapultata nell’incubo di tre violenze sessuali di gruppo.

Lui, 16 anni, imparentato col boss del clan Afeltra-Di Martino aveva detto: «Se vuoi essere la mia fidanzata devi fare sesso con me», e lei per amore aveva accettato. Questa la trappola nella quale è caduta l’adolescente e organizzata dal fidanzatino.

Gli episodi, tre contestati dalla Procura per i minori di Napoli, sarebbero avvenuti a Pimonte, piccolo paesino dei Monti Lattari.

In tre occasioni, il ragazzo avrebbe costretto la sua fidanzatina ad avere rapporti sessuali ai quali ha invitato a partecipare i suoi amici.

Dodici in tutto i ragazzi identificati, undici destinatari di una ordinanza cautelare con arresto in Comunità, l’ultima nei confronti di un ragazzino minore di quattordici anni che è stato affidato ai genitori.

La ragazza, innamorata dal leader del gruppo, era stata illusa di essere corrisposta ed era stata portata in un luogo solitario – nelle campagne di Pimonte - per un rapporto intimo, filmato allo scopo di sottoporre la 15enne al ricatto, minacciata di rendere pubblico il video compromettente. Il video diffuso su whatsApp aveva fatto il giro degli amici che in altre due occasioni erano stati convocati dal 16enne per assistere e partecipare alle violenze.

Nel corso delle indagini, alcune settimane fa, ai ragazzini autori della violenza sono stati sequestrati i cellulari utilizzati come prova.

Da qui è scattato l’allarme nel piccolo Comune e i fatti sono diventati di dominio pubblico. Un paio di famiglie dei giovanissimi coinvolti nella violenza di branco si sono rivolte al parroco locale, chiedendo aiuto.

Hanno condannato i propri figli, non li hanno giustificati. Ma altri hanno taciuto attendendo gli eventi. Coinvolti nell'indagine anche altri due adolescente legati ad esponenti del clan Afeltra-Di Martino, poi altri residenti a Gragnano e Vico Equense, figli di operai e manovali.

La vittima è stata illusa e usata da un piccolo capo branco che, quando un sito locale ha diffuso la notizia di un’indagine in corso su minorenni autori di una violenza ai danni di una quindicenne, ha minacciato chi aveva osato postare l’articolo su un social. Voleva che quella notizia scomparisse da internet.

Secondo i carabinieri che hanno indagato sul caso, i giovani del branco avrebbero organizzato le violenze per “divertirsi”, la vittima – una ragazzina di una modesta famiglia pimontese – attratta dal fatto di essere ormai la fidanzata del giovane nipote del boss, ragazzo ambito e del quale era innamorata fin da piccola, ha taciuto per molto tempo. Poi, con l’aiuto dei genitori ha deciso di denunciare le violenze subite. Ieri, il branco è stato fermato.

«È una brutta storia che scaturisce dal disinteresse familiare nei confronti dell’educazione da impartire ai propri figli - commenta il parroco – questa è l’età in cui i giovani, se abbandonati a loro stessi, sono a maggior rischio». Una storia terribile.(r. f.)

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