Alvi, scena muta dal giudice nei primi sei interrogatori

I dodici indagati agli arresti domiciliari sono accusati di bancarotta fraudolenta. Sono già pronti i ricorsi al tribunale del Riesame

Scena muta ieri mattina da parte dei sei dei dodici destinatari delle misure degli arresti domiciliari per la bancarotta del gruppo Alvi. Davanti al gup Gaetano Sgroia tutti hanno, infatti, scelto di avvalersi della facoltá di non rispondere. Ad essere comparsi in tribunale sono stati Angelo, Antonia, Giuseppe Villani, (difesi dall’avvocato Felice Lentini), Anna Villani (avvocato Francesco Guerritore); Elisa Villani, (avvocato Carlo Balbiani) e l’ex patron di Cava market Antonio Della Monica (difeso dagli avvocati Andrea Castaldo e Pasquale Adinolfi).

Al giudice non è arrivata nessuna richiesta di attenuazione della misura cautelare da parte dei sei imputati. Con molta probabilitá molti di loro faranno ricorso al tribunale del Riesame. Stamattina, invece, toccherá ai soci della societá Alpa, cioè il legale rappresentante Bartolomeo Pagano (avvocati Carmine e Fortunata Bove) e il socio di maggioranza e attualmente dipendente di Palazzo Santa’Agostino Vittorio Aliberti (avvocati Carmine Guadagno e Carmine Giovine); poi Sergio Gaudino (avvocato Salvatore Nocera); Giovannina Villani, Salvatore Laudonio e Stefano Stile (questi ultimi due coniugi di Antonia e Anna Villani, ritenuti dal gup «pienamente a conoscenza delle vicende societarie»).

A carico degli imputati, il pm Vincenzo Senatore ha ipotizzato l’accusa di bancarotta fraudolenta dei supermercati Alvi per un valore di oltre cento milioni di euro. Tutto ricostruito in una complessa attivitá d’indagine che fino ad oggi aveva giá smascherato il «piano criminale» messo in atto nella gestione delle altre societá riconducibili al Gruppo (la Sannio Discount srl, Supermercati Calabresi srl, Casertana Discount srl e Ag company srl). Stavolta, però, sono rimasti coinvolti anche gli altri componenti della famiglia Villani. Risultano inoltre indagati anche i membri del collegio sindacale (FrancescoBuonocore, Umberto Amendola e Giuseppe Cavallaro) e il revisore Umberto Cavallaro. Anche se per gli specifici reati contestati a questi ultimi non è stata chiesta dalla Procura diSalerno - che ha condotto le indagini - l’applicazione di misure cautelari. Ad Angelo Villani viene, inoltre, contestato il reato di peculato, per avere utilizzato l’auto blu di servizio, con relativo autista - quando era presidente della Provincia - per recarsi nelle sedi dell’Alvi di Fisciano e Fasano.

© riproduzione riservata