Alvi, ricostruito il quadro patrimoniale: il buco è di 130 milioni

Ecco tutti i dati dell’ultimo rapporto riepilogativo depositato alla cancelleria fallimentare del tribunale sul crac dell’ex gruppo della famiglia Villani. Se nulla avranno da temere i dipendenti, che avranno i loro arretrati, alla fine delle procedure resteranno solo briciole per i fornitori dei market

• Nella più rosea delle aspettative, la procedura di liquidazione dell’Alvi spa si chiuderá con un passivo di circa 130 milioni di euro. E se nulla avranno da temere i dipendenti, chi quasi certamente non vedrá un soldo saranno i fornitori.

• E’ il dato che emerge dall’ultimo rapporto riepilogativo del procedimento relativo al fallimento dell’ex gruppo della famiglia Villani (datato 24 gennaio 2011) depositato alla cancelleria fallimentare del tribunale di Salerno dal giudice delegato Giorgio Jachia e dal curatore Tommaso Nigro. Analizzando la relazione periodica - che pur mette in evidenza, il grande lavoro profuso nella vendita dei rami d’azienda, dei beni mobili e immobili e, soprattutto, la celeritá con la quale si sta procedendo rispetto a tempi notoriamente molto più lunghi - si riesce ad avere per la prima volta un quadro d’insieme sulla reale portata del crac dell’ex colosso della distribuzione organizzata che faceva capo a Angelo e Antonia Villani(ora agli arresti domiciliari proprio perché accusati di bancarotta fraudolenta).

• Nelle cinque pagine della relazione depositata in tribunale vi sono i "conti" aggiornati dell’Alvi dopo la "cura" disposta dalla curatela fallimentare. Due le tabelle che certamente più interessano. Quella relativa all’attivo/entrate e quella del passivo.

• Per quanto riguarda la prima è giá stato realizzato un introito di circa 22 milioni 905mila euro. Di queste somme recuperate dalla curatela 407mila euro sono riferiti a liquiditá di cassa che è stato possibile rintracciare (per lo più assegni) all’atto del fallimento. Grazie alla vendita di rami d’azienda effettuata in questi mesi si è giá riusciti a incamerare 6 milioni e mezzo;altri 14 milioni sono stati incassati dalla vendita di immobili (a questa cifra va giá aggiunta la recente gara d’asta conclusasi positivamente per gli appartamenti di Roma e Praia a mare); un altro milione e 600mila è stato recuperato grazie a azioni revocatorie e 55mila euro da interessi bancari. In realtá la curatela, almeno sulla carta, stima di recuperare altri 135 milioni 658mila euro. Purtroppo la situazione è assai più complessa e, realisticamente, la voce entrate si chiuderá con un incasso di poco superiore ai 70 milioni di euro. Questo perché, se con la vendita degli altri immobili ci sará un realizzo di poco al di sotto dei 27 milioni previsti, sará, invece, quasi impossibile recuperare ad esempio i 60 milioni delle azioni revocatorie (si stima un incasso di 10 milioni). O ancora più improbabile è immaginare di poter incassare i 47 milioni di euro iscritti alla voce "crediti verso terzi". Perché, per la maggior parte (circa 40), si tratta di crediti verso altre societá del gruppo Alvi.

• Il passivo, allo stato, vede un dato accertato di 107 milioni di euro. Ma, nella prossima udienza del 17 marzo, dovrebbero essere accertati altri 100 milioni di debiti, portando così il totale a 200.
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