la sentenza 

Alunni maltrattati La maestra patteggia un anno e sei mesi

Ha patteggiato un anno e sei mesi con pena sospesa e riconoscimento delle attenuanti generiche, la quarantenne insegnante di origini marzanesi, accusata di maltrattamenti su un alunno nelle ore di...

Ha patteggiato un anno e sei mesi con pena sospesa e riconoscimento delle attenuanti generiche, la quarantenne insegnante di origini marzanesi, accusata di maltrattamenti su un alunno nelle ore di scuola in un istituto di Pagani: la maestra ha chiesto e ottenuto la pena concordata con il pubblico ministero, con la sentenza emessa da parte del Gup del Tribunale di Nocera Inferiore, Luigi Levita. La docente, già sospesa dal Gip su richiesta della Procura nocerina nel corso dell’indagine, era in servizio in un istituto elementare di Pagani.
Dopo aver ricevuto il provvedimento interdittivo aveva presentato istanza di ammissione alla pena concordata con riconoscimento della responsabilità tramite i suoi legali di fiducia, Carlo De Martino e Antonio Langella. La docente rispondeva di alcuni episodi di maltrattamenti costituiti da strattoni, schiaffi ed espressioni forti adoperate contro i bambini, con uno in particolare individuato tra gli altri quale vittima, con un comportamento ritenuto contrario al ruolo di educatrice.
L’insegnante era stata sottoposta a provvedimento sospensivo scattato dopo la fase d’indagine svolta dagli uomini della questura di Salerno, a partire dalla prima denuncia, presentata da un genitore nel febbraio 2017. Il padre di un bimbo di sei anni raccontò i fatti alla polizia del commissariato di Salerno, con il fascicolo d’inchiesta aperto dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore per competenza territoriale.
Il comportamento sotto accusa fu descritto nell’informativa come «aggressivo e scostante», tenuto dalla insegnante nell’esercizio delle sue funzioni. Nel mezzo della fase di riscontro svolta dalla Polizia erano state anche raccolte delle sequenze video acquisite da una telecamera installata in aula per ricostruire i fatti, esemplificative per le ricostruzioni dell’accaduto. Le presunte violenze avvennero in una classe prima, con bambini dai cinque ai sei anni: i primi sospetti dei genitori furono confermati dopo scambi di esperienze e riferimenti. Gli adulti coinvolti dai rispettivi figli avevano sentito i racconti delle botte subite da loro e dai rispettivi compagni. Dal primo episodio raccontato saltarono fuori domande e preoccupazioni delle altre famiglie sull’accaduto, sempre con la stessa insegnante a ricorrere nelle descrizioni degli episodi. Secondo il quadro riportato dall’informativa finale c’erano più bambini che avevano subìto comportamenti violenti, ma solo alcuni lo avevano confidato ai genitori e di qui era partita la valanga che ha portato alle verifiche sui comportamenti in classe di quella maestra.
La donna, difesa di fiducia dagli avvocati Antonio Langella e Carlo De Martino, era stata sospesa dal provvedimento deciso dal Gip per la durata di nove mesi, per poi chiudere il procedimento con il patteggiamento.
Alfonso T. Guerritore
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