CAMORRA E AFFARI

Altro blitz a Pagani: i capi Fezza e De Vivo scoperti in montagna

L’operazione lampo ieri pomeriggio: i ricercati in manette Le forze dell’ordine hanno preso pure un fiancheggiatore

PAGANI - In un blitz di polizia e carabinieri sono stati fermati fuori dalla provincia di Salerno il 37enne Andrea De Vivo e il 35enne Francesco Fezza , i due indagati nell’inchiesta sull’omonimo clan paganese egemone non solo nella città di Sant’Alfonso. La Squadra mobile non ha mollato le ricerche e assieme ai colleghi dell’Arma ha scovato i due che erano sfuggiti dieci giorni fa al blitz. Insieme con loro ci sarebbe una terza persona fermata, in questi casi di solito chi ha dato un aiuto o ha ospitato i due non trovati nella notte di venerdì 2 dicembre.

Quella notte, con scalpore, come sottolineò lo stesso procuratore capo Giuseppe Borrelli durante la conferenza stampa, non era stato trovato il gotha del presunto clan paganese. Al procuratore così come al sostituto che ha seguito le indagini, il pm Elena Guarino , al capo della Squadra Mobile, Gianni Di Palma , al tenente colonnello Rosario Di Gangi , comandante del Reparto territoriale di Nocera Inferiore, quei sei non trovati a casa non erano andati proprio giù. Al blitz dei 25 arresti erano sfuggiti anche il 32enne Daniele Confessore e il 44enne fratello Vincenzo Confessore , il 43enne Giuseppe De Vivo (“Peppe ‘o Russ” che si è costituito mercoledì scorso), e altri due indagati.

Non nomi di secondo peso. Andrea De Vivo e Fezza sono considerati capi di una nuova organizzazione per delinquere di stampo camorristica nata dopo la separazione ed estromissione dei D’Auria Petrosino. Una gang promossa, diretta ed organizzata da Andrea De Vivo, Francesco Fezza, con l’investitura di Luigi Fezza (fratello di Francesco, in carcere dal 2008) con l'aiuto dei fratelli Confessore e del 43enne Giuseppe De Vivo. Il nuovo Clan sarebbe stato finalizzata a commettere una serie diritti di estorsione e tentato omicidio, porto di armi da fuoco, ad acquisire anche in modi diversi attraverso società comunque riconducibili alla gang il controllo di attività economiche e molto altro. La ricerca continua degli altri tre che si sono sottratti al carcere, ordinato dal gip del tribunale di Salerno come misura cautelare. L’operazione di ieri ha scosso anche il capoluogo: molte auto di carabinieri e polizia impegnate nell’operazione, infatti, hanno sfilato in centro mentre c’erano tanti visitatori delle Luci d’Artista.

(sdn)