Altri dodici testimoni per Aliberti 

Oggi scadono i termini per il deposito atti al Riesame, i legali dell’ex sindaco di Scafati hanno preparato un nuovo dossier

SCAFATI. Nuove indagini difensive per smontare la tesi dell’Antimafia che vede Pasquale Aliberti come il terminale politico della criminalità organizzata scafatese. Questo l’obiettivo dei legali Silverio Sica, Agostino De Caro e Antonio D’Amaro che stamattina, termine ultimo per il deposito dei documenti, consegneranno al Tribunale del Riesame un nuovo dossier per dimostrare l’estraneità ai fatti dell’ex sindaco di Scafati. Nel nuovo memoriale sono state raccolte altre 12 testimonianze di persone vicine al medico di via Aquino, che smonterebbero i singoli episodi che l’Antimafia contesta dal settembre 2015 al politico di Forza Italia.
Il grosso è rappresentato sicuramente dal presunto pranzo a cui Aliberti avrebbe preso parte insieme a diversi esponenti del clan Loreto-Ridosso. Da questo punto di vista, verrebbe meno il teorema accusatorio costruito con le dichiarazioni di Alfonso Loreto junior, il pentito che ha descritto l’ex sindaco come punto di riferimento della cosca che guidava con Romolo Ridosso. Per i legali di Aliberti sarebbe sbagliato il ristorante citato da “Fonsino” e, inoltre, avrebbero ricostruito tutto il contesto, puntando sul comportamento del politico forzista in occasione di quel presunto faccia a faccia. In questo modo si smonterebbero anche le dichiarazioni degli altri grandi accusatori, imprenditori ed esponenti politici in primis.
Tutto va ad aggiungersi già ai 13 interrogatori di ex politici, collaboratori e dipendenti comunali presentati nelle scorse settimane al Riesame e nei quali si continua a confermare l’innocenza di Aliberti. Tra questi spicca Vincenzo Cesarano, presidente della Scafatese calcio, che ha spiegato di essere stato chiamato da Aliberti per essere invitato a non frequentare più una persona vicino alla camorra. Proprio una sponsorizzazione alla Scafatese Calcio 1922 portata avanti da alcuni prestanome dei Ridosso-Loreto e caldeggiata da alcuni imprenditori è al centro della tesi difensiva dei legali dell’ex primo cittadino. L’episodio risale all’estate del 2015, periodo in cui il politico di Forza Italia ha invitato l’attuale presidente del club gialloblu, Vincenzo Cesarano, a non frequentare personaggi in odore di camorra. Quella sponsorizzazione, secondo i legali di Aliberti, sarebbe stata avallata da imprenditori non vicini all’ex sindaco, che avevano intenzione di portare la cosca a interessarsi delle vicende della massima espressione calcistica in città. Un’operazione che però è stata poi bloccata sul nascere dalla Procura di Nocera Inferiore che, nel settembre di due anni fa, portò in carcere i maggiori esponenti dei Loreto-Ridosso, tra cui l’attuale pentito Alfonso Loreto junior.
Un episodio non di secondaria importanza per il medico della frazione San Vincenzo, che metterebbe a nudo i reali equilibri tra camorra e imprenditoria in città, portando a diventare estraneo ai fatti nelle vicende che gli contesta la Dda.
Domenico Gramazio
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