TRASPORTI

Alta Velocità, ultimatum dal Ministero

Scotti: «Nel progetto presentato da Rfi mancano dati essenziali a tutela dell’ambiente, i dubbi dei Comuni sono fondati»

BATTIPAGLIA - Dieci giorni di tempo per rispondere e presentare tutta la documentazione richiesta. Il Ministero della Transizione Ecologica non fa sconti ad Rfi ed Italferr e chiede, in un documento di 11 pagine, una serie di dati che, secondo l’alto funzionario, la dottoressa Elisa Scotti, sono assolutamente necessari perché la proposta di tracciato della linea 1A, quella che dovrebbe collegare Battipaglia a Romagnano al Monte possa ottenere il parere favorevole. Ed al termine del documento, il sub commissario per il Pnrr precisa: «Nel caso in cui il proponente non ottemperi alla richiesta entro il termine perentorio stabilito, l’istanza si intende respinta ed è fatto obbligo all’Autorità competente di procedere all’archiviazione ». Solo motivazioni comprovate potrebbero interrompere i termini e dare più tempo ad Rfi.

Sostenibilità. Gli edifici previsti avranno tetti fotovoltaici? Saranno previsti piazzali di parcheggio dedicati alla mobilità sostenibile? Sono previsti impianti di climatizzazione a pompa di calore? Cosa si prevede nel progetto per limitare l’uso di fonti energetiche inquinanti ed invece utilizzare mezzi elettrici anche nei cantieri? Quando Rfi accenna al ripristino di alcuni luoghi come intende procedere? Il Mite chiede anche la distinzione precisa tra aree utilizzate temporaneamente ed aree che invece ospiteranno le opere con l’elenco delle “opere a verde” previste e la specifica indicazione delle colture che verranno ripristinate.

Biodiversità. Non convince il monitoraggio proposto sulle specie animali che l’opera potrebbe mettere a rischio. Il ministero indica che la sorveglianza su possibili “interferenze” non può limitarsi agli uccelli ed ai mammiferi, ma deve includere anche le altre specie messe potenzialmente a rischio, come ad esempio i rettili. Tanto da chiedere l’uso di luci “che non attraggano la fauna e siano indirizzate verso il basso”. Suolo e patrimonio agroalimentare Su quali basi e con quali criteri sono stati scelti i punti di campionamento per controllare eventuali alterazioni chimiche del suolo? Non convince poi lo studio di impatto ambientale sulle produzioni di pregio. Infatti in un capitolo sono indicati ben 26 ettari di suolo agricolo ad uliveti sottratti nella fase di esercizio e circa due ettari a frutteti. Per la fase di costruzione, sono indicate le occupazioni di uliveti in circa 11 ettari, ma non si specifica l’occupazione relativa ai frutteti. Il Mite quindi chiede se gli ulivi saranno espiantati e dove, nel caso, collocati per una successiva ripiantumazione. Non solo. Si chiede quali altre colture di pregio saranno intaccate dal progetto e perché gli ulivi non sono compresi nell’elenco presentato.

Geologia e acque sotterranee. Non appare sufficientemente dettagliata la cartografia che indica le falde sotterranee che verranno toccate dalle opere di progetto, soprattutto da quelle con fondazioni profonde. Neppure vengono indicate a sufficienza nel progetto le interferenze con le sorgenti e le opere di mitigazione che Rfi intende realizzare per evitare drammatiche conseguenze soprattutto laddove si prevedono gallerie. E tra le “mancanze” anche quella relativa ai siti da bonificare che vengono individuati genericamente nei pressi del tracciato senza cartografie adeguate e senza prevedere un monitoraggio delle acque sotterranee. Insomma se gli scavi dovessero intaccare falde acquifere nei pressi di siti già compromessi dall’inquinamento cosa accadrebbe?

Acque superficiali. I dati forniti da Rfi sono vecchi, risalgono al 2015-2017 ed il Ministero pretende cartografie aggiornate nonché “la congruità delle attività di cantiere con il Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale”. Peggio ancora per quanto riguarda gli affluenti del Sele. Secondo il Mite, infatti, non vengono indicate con precisione le opere di regimentazione delle acque necessarie alla realizzazione del viadotto e si chiede poi di ridurre al minimo questo tipo di opere che incidono sull’alveo dei corsi d’acqua e, con la costruzione di barriere, potrebbero creare ostacoli insormontabili alla fauna. Come se ciò non bastasse si chiede di revisionare l’intero piano di monitoraggio ambientale delle acque superficiali perché i criteri indicati non coincidono e si limitano ad analisi chimiche senza prevedere quelle biologiche. Né si valutano i possibili effetti sull’ecosistema fluviale.

Atmosfera, aria e clima. Carenti e non aggiornate con le ultime rilevazioni Arpa le analisi sulle emissioni, che ad esempio non prevedono tutti i possibili inquinanti come il diossido di azoto. Rumore Pur prevedendo barriere antirumore non vengono presentati prospetti tali da far comprendere l’impatto visivo delle opere. Le analisi dei livelli di rumore prodotti dai cantieri non sono sufficienti e mancano dati fondamentali con un confronto tra i livelli ante opera e quelli successivi nonché con i valori limite.

Vibrazioni. Anche per le vibrazioni gli studi proposti da Rfi non sono ritenuti sufficienti, non confrontati con i diversi tipi di terreno e con pochi punti di campionamento. Il Mite chiede anche di indicare dettagliatamente le opere di mitigazione previste.

Piano utilizzo terre. Non viene effettuato un confronto tra le previsioni contenute nei piani urbanistici locali e le terre interessate e non si indica come verranno smaltiti alcuni tipi di materiali come la bentonite.

Opere a verde. Il progetto prevede la bonifica da eventuali ordigni esplosivi e per effettuarla si dovrà eliminare tutta la vegetazione esistente, un’operazione che potrebbe far proliferare le specie invasive. Si chiede, quindi, come evitare tale pericolo.

Siti potenzialmente inquinati e stabilimenti Rir (a rischio di incidente rilevante). I dati forniti da Rfi non sono assolutamente sufficienti né confrontati con quelli Arpac e i due siti presenti nel comune di Eboli non vengono indicati con precisione. Ed infine lungo il tracciato sono presenti due impianti classificati a rischio d’incidente rilevante rispettivamente nel Comune di Eboli e nel Comune di Battipaglia: “Ellepigas” distante 150 m dalla linea ferroviaria attuale e “Logistica Pellegrino” stabilimento distante 450 m dall’attuale linea ferroviaria, ma per nessuno dei due si indicano le possibili conseguenze di eventuali incidenti durante i lavori.

Stefania Battista