Alluvione: "Stavolta Tremonti dovrá ascoltarci"

L’assessore Fasolino invita alla mobilitazione per il 2 febbraio. Anche sul federalismo è giunta l’ora che i nostri parlamentari stiano attenti e tutelino gli interessi campani. Il ministro dell’Economia non può continuare a far finta come i leghisti che l’Italia termini con l’Emilia Romagna

SALERNO. Da Roma non è stato stanziato neanche un euro per i danni provocati a novembre dall’alluvione nel Salernitano. Così l’assessore provinciale alla Protezione civile, Antonio Fasolino, ha pensato bene di promuovere una manifestazione di protesta nella capitale e dalle pagine de "la Cittá" lancia un appello alla mobilitazione.

Il motivo per cui c’è bisogno di protestare e chiaro: il Governo non ha sganciato il becco di un quattrino. Ma perché questa disparitá di trattamento con il Veneto? Assessore Fasolino cosa non ha funzionato nel rapporto con il Governo?
«Ciò che non funziona è il Ministero dell’Economia. Il ministro Tremonti non può continuare a ritenere che l’Italia si fermi all’Emilia Romagna. Il suo è un ministero chiave, che programma la spesa e gli investimenti, non a caso fu affidato ad un esponente di un partito nazionale. C’è da chiedersi, però, come si può continuare ad affidare le sorti dell’economia ad un ministro che dimostra di avere un cuore leghista, anche se viene eletto con il Pdl».

Secondo lei chi avrebbe dovuto rappresentare a Tremonti le istanze del territorio salernitano lo ha fatto?
«Le istanze sono state rappresentate dal presidente della Regione, StefanoCaldoro, dal presidente della Provincia, Edmondo Cirielli, dai sindaci dei comuni interessati e dal sottoscritto. Tutta la filiera istituzionale ha fatto la sua parte».

E allora a cosa va addebitata questa disattenzione del Governo: a mancanza di peso dei politici locali o, più in generale, del Sud nei confronti di un Nord a propulsione leghista?
«A mio avviso, la responsabilitá non è da attribuire alla mancanza di peso politico specifico, ma al ministro Tremonti, alla sua disattenzione nei confronti di un territorio che ha subito gravi danni dall’alluvione. Si tratta di un fatto gravissimo».

Se questo è il quadro cosa c’è da attendersi con il federalismo?
«Nulla di buono, per questo faccio appello ai parlamentari salernitani affinché stiano molto attenti. Ma ci può essere anche un federalismo positivo per noi ed è quello che impone a tutti coloro che fanno scambi commerciali nel nostro territorio di lasciare qui le tasse, sia che si tratti di un’auto della Fiat o di un prodotti della grande distribuzione. Le tasse le societá devono pagarle qui, dove realizzano il profitto. In Campania siamo 6,5 milioni di abitanti ed è evidente che il gettito dell’Iva sugli scambi è notevole e avremmo tutto da guadagnarci. In definitiva è il sistema fiscale che deve cambiare».

Intanto, però, il Sud è completamente assente dal dibattito sulla definizione di queste nuove regole e c’è il rischio concreto che esse siano dettate dagli interessi del Nord.

«Sì, bisogna ammetterlo: il Sud è assente, ma spero che non lo sia più e che i nostri parlamentari siano presenti. Non credo che su queste cose che ho detto Bossi sará d’accordo, ma dovremo batterci perché c’è federalismo e federalismo. Quello che ci stanno proponendo è arrogante, bisogna battersi per averne uno equilibrato. E mi lasci aggiungere un’altra cosa...»

Dica pure.
«Anche il pagamento delle pensioni dovrebbe essere finanziato su base regionale, ciascuna regione si paghi le proprie. Come Campania ne trarremmo un grande vantaggio, perché siamo una popolazione giovane».

Ritorniamo, però, all’appello per la manifestazione a Roma. A chi si rivolge?

«A tutti, non solo a coloro che hanno subito un danno. Dobbiamo mobilitarci per tutelare i diritti e non soltanto quelli di chi oggi è stato discriminato da Tremonti. In ballo ci sono gli interessi generali del nostro territorio, che appartiene a tutti e non a questa o a quella parte politica. E’ giunto il momento di fare quadrato».



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