legalità 

Alle donne il capannone del clan 

Il Ministero finanzia un centro di accoglienza nei locali confiscati 

I beni confiscati alla criminalità organizzata a Eboli diventano occasione di crescita civile e sociale, a disposizione della comunità. Tra i progetti ammessi dal Ministero degli Interni al finanziamento del Pon Legalità 2014/2020 per riuso e rifunzionalizzazione c’è “IntegrArea - Centro contro la marginalizzazione sociale”, progetto del Comune di Eboli, che prevede il recupero e la messa in sicurezza del capannone annesso alla “Villa Falcone e Borsellino”, bene confiscato alla criminalità organizzata ed acquisito al patrimonio del Comune nel 1997. Gli interventi previsti, per un importo di 1.067.026 euro, consentiranno la trasformazione del capannone in un centro polifunzionale destinato alle donne vittime di violenza e finalizzato a contrastare il racket della prostituzione attraverso due livelli di integrazione: accoglienza ed alloggio il primo e poi percorsi di riabilitazione sociale, psicologica ed economica.
«Sono previste attività che puntano a creare le condizioni per consentire alle donne di superare i momenti critici attraverso percorsi di integrazione e connessione sociale, favorendo il reinserimento nel mondo del lavoro» spiega il consigliere delegato ai beni confiscati, Carmine Busillo. Il progetto è stato redatto dai tecnici comunali Rosario La Corte, Giuseppe Barrella, Gaetano Cerruti, Marco Salerno, Carlo Vece e dal progettista esperto Carmine Sasso di Officina Koinè, a cui la struttura è stata affidata, insieme con la Caritas, nel 2015. Le fasi di partecipazione al bando sono state curate dalla responsabile dello staff del sindaco, Flavia Falcone. «C’è grande soddisfazione per questo progetto – sottolinea il sindaco, Massimo Cariello – perché si tratta di una programmazione tutta comunale, che coniuga gli interventi sociali con il recupero alla fruibilità pubblica di beni confiscati». (a.e.)
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