La ricerca

Allarme nuove dipendenze, ragazzi “schiavi” dei social

Uno su due ha contatti con persone che non conosce

SALERNO. Se si parla di dipendenza il pensiero, per anni, è volato ad aghi e violente crisi d’astinenza, a pasticche e piste di cocaina, a fiumi di alcol e, solo più recentemente – quando si è finalmente capito che anche il gioco d’azzardo può mietere vittime tanto quanto le sostanze stupefacenti – a patrimoni dilapidati al tavolo verde o davanti a una slot machine. Nel frattempo, però, si sono fatte strada, soprattutto fra i più giovani, nuove forme di dipendenze – sì, al plurale – che sono riuscite a lasciare i sobborghi dell’anima e a slegarsi dal male di vivere e sedersi di diritto alla tavola delle famiglie più “normali” e apparentemente sane dei nostri giorni. Le “new addictions”, sono tutte quelle forme di dipendenza in cui non è implicato l’intervento di alcuna sostanza chimica: né alcol né stupefacenti, quindi, ma “sostanze” immateriali che non lasciano buchi sulle braccia ma nel cuore. Si tratta dell’uso incontrollato di smartphone, tablet e pc, dei disturbi alimentari, e dello shopping compulsivo. Attività che mettono a rischio, come confermato dalle associazioni, soprattutto i nati degli anni Novanta.

La denuncia. A lanciare l’allarme, nelle scuole medie e superiori salernitane, è il Gruppo Logos che in partenariato con Mentoring Usa-Italia Onlus, Acat Salerno e Avellino, Famiglia in Gioco e Associazione Il Punto, con il sostegno della Fondazione con il Sud, ha realizzato il progetto “Entrare nella rete, uscire dalle gabbie” per rafforzare l’offerta di servizi sul territorio in sostegno a persone e famiglie che vivono un disagio legato ad una dipendenza, di qualsiasi natura essa sia.

La ricerca. L’indagine “Giovani e new addiction” è stata realizzata dal centro studi Atlantide del Gruppo Logos e ha avuto come obiettivo l’analizzare alcuni comportamenti potenzialmente a rischio adottati dai giovani al fine di strutturare interventi specifici di sensibilizzazione e di prevenzione. La ricerca ha previsto la somministrazione di un questionario in forma anonima su di un campione composto da 500 ragazzi di età compresa tra i 13 e i 21 anni residenti a Salerno, Avellino e Napoli. I ragazzi sono stati “intercettati” in alcuni istituti scolastici, in luoghi di ritrovo e di aggregazione a all’Università degli Studi di Salerno. Tre le macro aeree di riferimento: il rapporto con le nuove tecnologie e la comunicazione; il rapporto con il gioco d’azzardo; la diffusione di comportamenti a rischio legati al consumo di sostanze.

I pericoli delle nuove tecnologie. Dalle risposte date dai ragazzi è venuto fuori che l’età in cui si diventa possessori di smartphone e pc si è notevolmente abbassata. Il 47,4% degli intervistati ha, infatti, ammesso di avere avuto il primo telefono personale tra i 10 e i 12 anni, il 22,8% prima dei 10 anni, il 21,8% tra i 12 e i 14 anni, solo il 7,8% dopo i 14 anni. È risultato che solo lo 0,2 per cento non possiede il diffusissimo dispositivo. L’utilizzo di tali tecnologie è strettamente connesso a internet tant’è che tutti gli intervistati hanno affermato di “navigare” in Rete. il 25,6 per cento degli intervistati lo fa per oltre 5 ore al giorno. Il 96% dei ragazzi si è detto iscritto ai social e ben il 53,4% degli stessi ha tra i contatti persone che non conosce nella vita reale. Alla comunicazione in chat ricorre il 98% del campione e il 65,8% dei ragazzi intervistati ammette di preferire le relazioni indirette a quelle “face to face”. Un dato che inquieta è che solo l’11,7 dei genitori degli intervistati risulta preoccupato dell’utilizzo che i figli fanno di internet.

Il gioco d’azzardo. Nonostante il campione oggetto di indagine sia composto in prevalenza di minorenni, ossia persone non ammesse nelle sale giochi per legge, quasi la metà degli intervistati ha ammesso di giocare. Del 46,8% dei giocatori, l’11,4 è composto da ragazzi di età compresa tra i 13 e i 15 anni; il 17,6% da 16-18enni. A giocare sono più i ragazzi (68,2%). Comportamenti a rischio. A fumare sigarette è il 53,45% degli intervistati. L’11,2% ha un’età compresa tra i 13 e i 15 anni, il 20,1 tra i 16 e i 18 mentre il 22,3% tra i 19 e i 21 anni. Il consumo di droghe leggere riguarda il 24,2% del campione e investe per il 10,4% dei casi ragazzi di età compresa tra i 19 e i 21 anni, per l’11% i ragazzi tra i 16 e i 18 anni e per il 2,8% i 13-15enni. I dati emersi reltivi al consumo di alcol appare, infine, tutt’altro che consolante: ben il 56,9% beve abitualmente. Il 10% ha meno di 15 anni.

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