Allarme lavoro nero in provincia di Salerno

I dati diffusi dalla Uil: il 71 per cento dei dipendenti è irregolare. Il monitoraggio sulle aziende del territorio: agricoltura ed edilizia i settori più colpiti

• Anche se in presenza di poche aziende irregolari, c’è una diffusione a dir poco dilagante del lavoro nero. E’ questo il quadro del sistema produttivo della provincia di Salerno riportato nel rapporto sul sommerso condotto dall’ufficio studi del sindacato Uil.

• Dal monitoraggio effettuato sulle aziende del territorio (3243 sulle 119mila presenti, pari ad un 2,7 per cento) da gennaio ad ottobre del 2010, il tessuto produttivo del territorio salernitano si è collocato nella fascia medio bassa rispetto a tutte le province italiane per presenza di aziende irregolari.

• Decisamente ribaltato, invece, il risultato che Salerno porta a casa per quanto riguarda la presenza di lavoratori irregolari o addirittura clandestini: il 71,8 per cento dei dipendenti delle aziende del territorio ha, infatti, un rapporto di lavoro irregolare. Questa percentuale colloca la provincia non solo negli ultimi posti della Campania (fanno peggio solo Napoli e Caserta, ma con percentuali pressoché vicine a quella di Salerno, mentre Avellino e Benevento sono ampiamente distanziate), ma anche nelle immediate vicinanze delle dieci province italiane meno virtuose. E che vanno dall’88,6 per cento di Ravenna al 74,8 di Pescara.

In numero assoluto - in relazione al campione analizzato dall’indagine - sono più di mille i lavoratori in nero che operano nel sistema economico provinciale. Considerando, però, la percentuale non altissima di aziende ispezionate, il numero complessivo di lavoratori non in regola è sicuramente più considerevole. Anche perché in tutta la Campania il 70,8 per cento dei lavoratori risulta essere in nero. Salerno, dunque, riesce a fare peggio della media regionale. Con un dato ulteriormente preoccupante: nell’universo dei lavoratori in nero, si registra una presenza sostenuta di immigrati senza regolare permesso di soggiorno.

• Diverso, come detto, il quadro relativo alla gestione delle aziende. Rispetto ad una media regionale vicina al 60 per cento, in provincia di Salerno il 41 per cento delle imprese registra qualche forma di irregolaritá. Sono 1344 le aziende salernitane che non rispettano in pieno le norme previste. Un numero che, in valore assoluto, è il secondo in regione (solo Napoli ne conta più di 3mila). Ma che, in percentuale, è invece il risultato migliore. Al secondo posto la provincia di Caserta (47,4 per cento delle aziende è irregolare), seguita, poi, da Avellino, Benevento e Napoli.

• Ma da cosa nasce l’irregolaritá di un’impresa? Sono tre i fattori principali: il versante contrattuale (e cioè contratti non rinnovati, regolaritá dei pagamenti), il rispetto della sicurezza sui luoghi di lavoro e la presenza di lavoro sommerso. Undici i settori indagati dallo studio del sindacato: edilizia, pubblici esercizi, commercio, industria, artigianato, agricoltura, servizi, metalmeccanica, trasporti, studi professionali e spettacolo. In Campania ad ottenere il primato incondizionato del sommerso sono stati l’edilizia e l’agricoltura. Il 42 per cento delle imprese agricole risulta irregolare. E decisamente peggiori i risultati conseguiti dall’edilizia. Più di un’azienda su due, infatti, risulta non regolare.
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