Allarme discariche, dossier al ministro

Siti mai bonificati e impianti per il trattamento dei rifiuti, Tofalo (M5S) scrive a Galletti: «Nessun censimento sui tumori»

Finisce a Roma la vicenda delle discariche non bonificate e dell’inquinamento ambientale a Battipaglia.Dopo la mancata risposta all’interrogazione presentata nel 2013 dall’onorevole Angelo Tofalo all’allora ministro dell’ambiente e tutela del territorio e del mare, Andrea Orlando, lo stesso deputato del Movimento Cinque Stelle ha chiamato a rispondere il ministro Gian Luca Galletti, che quale ha sostituito nel febbraio 2014 Orlando passato alla Giustizia.

Tofalo ha ricostruito ed aggiornato il quadro ambientale della città, scrivendo che «la presenza di numerosi e gravi fattori di rischio, nonché di siti altamente inquinati, caratterizza Battipaglia come un territorio già gravato negli ultimi decenni da un eccessivo peso sull’ambiente, tanto da rientrare alla luce dell’accordo di programma siglato il 18 luglio 2008 al Ministero dell’Ambiente, tra 37 comuni campani inquinati e da bonificare». In particolare, Tofalo ricorda vari siti interessati alla gestione o allo smaltimento di rifiuti: lo Stir, gli impianti Nappi Sud e Sele Ambiente, tre aree di stoccaggio mai bonificate in via Filigalardi, via Bosco II e viale Danimarca, la discarica mai bonificata in località Grataglie, cave abusive e terreni privati dove sono state riscontrate - da sentenze e processi in corso - la presenza di rifiuti tossici. Ed ancora: due discariche non bonificate in località Castelluccio e due vasche di stoccaggio nella stessa zona, utilizzate nell’emergenza rifiuti del 2008 e mai bonificate.

Ricordando la presenza di altre discariche (Parapoti a Montecorvino Pugliano, Macchia Soprana a Serre, Basso dell’Olmo a Campagna), dell’area di stoccaggio di Coda di Volpe ad Eboli e di altri siti inquinanti nel raggio di 10 chilometri da Battipaglia, l’onorevole Tofalo punta il dito anche su ulteriori agenti inquinanti. Citando la presenza di amianto per una superficie totale censita pari a 123.078 mq, di cui 35.976 immediatamente da bonificare, ma anche l’inquinamento fluviale e marittimo dovuto alla presenza di un solo e vetusto impianto di depurazione che riesce a servire poco meno di un terzo della popolazione, l’inquinamento atmosferico accertato dall’Arpac, l’inquinamento da diserbanti e pesticidi utilizzati in agricoltura, l’inquinamento elettromagnetico, la presenza di un sito abusivo di deposito di pneumatici più volte incendiato e mai bonificato.

«Nessuno sa con precisione - scrive Tofalo - quanti siano i casi di tumore a Battipaglia e quante neoplasie si possono attribuire alle contaminazioni provenienti dai numerosi siti inquinati sul territorio. Questo perché non si deve diffondere panico tra la popolazione che muore senza neppure conoscere il perché». Un quadro grottesco che si completa con i numeri: «nel 2009 Battipaglia è inserita tra i 37 comuni campani ammessi ad un programma di risanamento ambientale, vengono stanziati 536 milioni di euro poi tagliati a 280. Di questi, 4,8 milioni sono assegnati a Battipaglia. Questi fondi vengono poi tagliati nel 2012 e arrivano in città solo 1 milione 100mila euro. Che serviranno a bonificare solo uno dei siti presenti sul nostro territorio, quello in località Filigalardi, sulla zona industriale».

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