Alla scoperta della Badiae delle altre meraviglie di Cava

La straordinaria abbazia fu fondata nel 1011. Gli altri itinerari suggeriti ai soci del Touring Club in occasione della Festa della Donna.

Un itinerario alla scoperta di Cava de' Tirreni. è questo il programma del Touring Club di Napoli che per festeggiare la donna porta i suoi soci, oggi, in visita della bellissima Abbazia Benedettina e del centro storico della cittadina metelliana. Un itinerario a pochi chilometri da Salerno che Paolina Craven (scrittrice di origine francese) descrisse come «paese incantevole» e che il grande poeta e drammaturgo tedesco, Goethe, nel suo "Viaggio in Italia" tratteggiò così: «Giunti presso Cava dè Tirreni, Kniepp non seppe resistere dal buttar giù il contorno netto e caratteristico d’una montagna stupenda, che spiccava mirabilmente nel cielo di fronte a noi, oltre al paesaggio che dai lati e dal basso chiudeva la montagna. Ne siam rimasti tutt’e due soddisfatti, come d’un buon principio per il nostro accordo».
La Badia
L’Abbazia della Santissima Trinità di Cava è tra i monumenti della fede più spettacolari della Campania e si nasconde nei solitari valloni dei Monti Lattari tra le alture che la chiudono a mezzogiorno e verso oriente. Fondata nel 1011 da Sant’Alferio Pappacarbone, monaco benedettino cluniacense proveniente da una nobile famiglia di Salerno, l’abbazia compare all’improvviso, per chi arriva dalla costa in un ripido vallone boscoso, ai piedi dei modesti salti di roccia sopra ai quali sorge l’abitato di Corpo di Cava.
Solitaria e imponente, oggi ospita non più di una dozzina di religiosi mentre in passato è arrivata a ospitarne più di trecento, l’abbazia per secoli ha avuto un ruolo di grande importanza nelle vicende della Campania e dell’intero Centro Sud italiano. All’epoca del suo massimo splendore aveva il controllo di cinquecento tra chiese, priorati e abbazie sparsi tra il Lazio e la Sicilia, come riporta la Congregazione Cavense , e disponeva di proprie navi che facevano la spola con i porti dell’Oriente. Ebbe ospiti illustri quali Tasso, Filangieri, Giannone. Tra il piccolo chiostro addossato alla roccia e le catacombe, però, tratti di mura romane, colonne antiche riutilizzate nelle architetture medievali e un sepolcreto longobardo in una grotta dimostrano che il vallone era frequentato a scopo di culto molto prima dell’arrivo di Sant’Alferio. Di particolare interesse il museo che ospita opere importanti tra ceramiche, quadri ed arredi liturgici e la biblioteca dove si conservano pergamene, incunaboli, libri del cinquecento.
Piazza Duomo
Piazza anticamente sede del mercato cittadino, più volte ricostruita. Qui la splendida Cattedrale, modificata nel 1823, in origine era scandita da due ordini di pilastri con capitelli corinzi, in pietra d’intaglio di Patierno. All’interno, di notevole interesse sono il battistero cinquecentesco di marmo ed il coro; fra le cappelle laterali, quella di San Adiutore. La costruzione del Duomo ebbe inizio nel 1517 e fu affidata all’architetto Pignoloso Cafaro.
Piazza del Purgatorio
Della quattrocentesca chiesetta di San Giacomo, l’Università della Cava si serviva inizialmente per i suoi parlamenti dopo essersi trasferita dal Corpo di Cava. La bella pila dell’acquasanta risale al tardo ’400. è conosciuta come la chiesetta di Mamma Lucia. La campana fu eseguita da Matteo de Jordano nel 1556. Ai margini del Borgo Scacciaventi, di fronte alla chiesa del Purgatorio, la bella facciata (di un barocco classicheggiante) della chiesa di San Giovanni, edificata ad iniziare tra il 1640 e il 1650. Caratteristica la facciata tardo manierista con elementi barocchi. Particolare è il portico a tre arcate.
Piazza S. Francesco
La piazza fu sede nel tardo medioevo di un importante mercato del bestiame. Al centro si trova un’antica colonna di marmo e una fontana, ricostruita con i pezzi marmorei originali dopo il terremoto del 1694. La cinquecentesca chiesa di Santa Maria di Gesù, dalla splendida facciata a tre archi, fu consacrata in epoca successiva a San Francesco da cui prese nome l’ampio spiazzo. La porta centrale è opera di maestri cavesi, cosi pure il prezioso coro intaglio (1536). Nella chiesa, oggi denominata Chiesa di San Francesco e Sant’Antonio, si allestisce ogni anno un artistico presepe con pastori del ’700 ed altri realizzati nell’800 dallo scultore cavese Alfonso Balzico. La chiesa contiene anche una bella biblioteca che raccoglie circa tredicimila volumi editi dal quindicesimo secolo ad oggi.
I portici
Nel centro storico, a partire dall’antico Borgo Scacciaventi, un doppio filaredi portici si snoda ininterrottamente per oltre mezzo chilometro. I pilastri variano a seconda dei secoli (da 2,5 a 3 metri in epoca medievale fino ai 4 metri nell’800). Particolarmente interessante è poi il ponte di San Francesco, costruito nel XVI secolo, rappresentato e celebrato in stampe e quadri famosi, opera architettonica imponente con sei arcate che ha permesso un collegamento più rapido tra Cava e Salerno. Infine il Palazzo di Città nella vicina Piazza dedicata ad Eugenio Abbro, sindaco ventennale della città. L’edificio, ricavato dal Teatro Verdi, conserva all’interno delle tele di Clemente Tafuri.
La Villa comunale
Anticamente chiamata "il Boschetto". La Villa comunale è un caratteristico giardino pubblico dell’800. Progettata dall’architetto Lorenzo Galanzè, fu realizzata con il Teatro Verdi (oggi Palazzo di Città) subito dopo l’Unità d’Italia su un terreno agricolo chiamato anticamente "La Fratta". Aperta nel 1865, rimandava alle caratteristiche dei giardini all’inglese. Per rendere più piacevole il parco fu aggiunto il Boschetto delle Delizie, così chiamato per la presenza di piante rare ed esotiche, provenienti dal Reale Orto Botanico di Napoli. Al centro della Villa si trova il Club Universitario Cavese: nato come Casa del Balilla, inaugurato da Vittorio Emanuele III nel 1929.