Alla mensa scolastica c’è il ticket unico Infuriati i genitori

«Privilegiati i redditi alti, i nostri ragazzi mangiano a casa» Domani una delegazione incontrerà il commissario Ruffo

Mamme in rivolta contro il Comune per il ticket unico della mensa scolastica. L’aumento del costo dei tagliandi stabilito dal commissario straordinario Mario Rosario Ruffo sta scatenando l’ira di tante famiglie, costrette a rivedere il conto delle spese, a volte persino gli orari lavorativi per non lasciare i figli in classe e portarli a mangiare a casa. Tra l’altro in questo modo i ragazzi non prendono più parte alle lezioni pomeridiane fino alle 16. Eliminando il tradizionale sistema delle fasce di reddito che andavano a determinare il costo dei buoni pasto, Ruffo ha stabilito il costo unico di 64,48 euro per 20 ticket. Con agevolazioni solo per le famiglie a reddito Isee pari a zero e sconti del 20% per ogni altro figlio dopo il primogenito.

Domani una rappresentanza delle famiglie incontrerà il commissario straordinario per discutere della vicenda, ma intanto la tensione è alta. «In questo modo vengono agevolati i ricchi e gli immigrati – affermano le signore Loredana e Mariarosaria – la fascia più alta di reddito per i ticket era dai 18mila euro in poi e in tal caso il carnet costava 70 euro. Ora tutti pagano 64,48 euro. In questo modo, chi dichiarava un reddito più basso ora paga di più, chi stava meglio paga di meno. Gli immigrati sono agevolati perché sono gli unici che dichiarano Isee pari a zero». Aggiunge la signora Cinzia: «Se io guadagnassi 3mila euro al mese, allora sarei contenta, perché pagherei di meno rispetto a prima. Ma non è giusto. Pensiamo a chi ha tre o quattro bambini, in un periodo di crisi dove soldi ne girano sempre meno e le tasse aumentano». La proposta della signora Cinzia è di «ritornare al vecchio metodo delle tariffe in base al reddito o, se proprio si vuole fare la tariffa unica, abbassarla a 35 o 40 euro».

Giuseppina Stirone aggiunge: «Io vorrei pagare perché per me sarebbe importante tenere mio figlio alla mensa scolastica, ma non si possono spendere così tanti soldi». Della stessa idea Patrizia Viscido: «Siamo costretti a venire a prendere i nostri figli alle 13,30 senza la possibilità di farli rientrare il pomeriggio. Così perdono anche ore di lezione. Nella classe di mia figlia restano a mangiare solo quattro bambini». La signora Roberta analizza invece i costi della mensa in città limitrofe: «A Bellizzi il ticket si paga 35 euro, a Salerno 50. Forse a Battipaglia qualcuno ha perso la testa».

Ha una situazione familiare difficile Norma Russo: «Ho quattro figli, quanto dovrei pagare al mese? La situazione è insostenibile». Adirata Angelina Marchesani: «Perché dobbiamo pagare noi i debiti del Comune? Noi vogliamo pagare in base al reddito altrimenti dovremo sempre venire a prendere, anche solo per protesta, i nostri figli prima della mensa. Perdendo così lezioni pomeridiane come prescrittura, musica, palestra». Sulla stessa linea Mariateresa Petolicchio: «Non siamo tutti uguali e non possiamo pagare la stessa cifra per questioni di reddito. Meglio tornare al passato».

Francesco Piccolo

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