Alla festa dei bersaglieri irrompono i neoborbonici

Protesta pacifica durante la conferenza in Municipio tenuta dal generale Lops Il vicesindaco Avossa: «Idee parzialmente condivisibili ma non era il momento»

Tutto come previsto. O quasi. Il Salone dei Marmi di Palazzo di Città ieri mattina era gremito. La quarta giornata del 61° Raduno nazionale dei bersaglieri inizia con la conferenza dedicata al tema “Il soldato comandante e il senso dello Stato”. Ospite d’eccezione e relatore dell’incontro il generale Vincenzo Lops. Presenza imprevista quanto improvvisa è stata invece la piccola rappresentanza del Movimento neoborbonico, che durante l’intervento del generale ha pacificamente “invaso” la sala.

Lops, che fra i bersaglieri attualmente in attività è quello che vanta la maggiore esperienza, prende la parola e subito chiarisce il proprio approccio alla questione: «Non sono mai stato un mediatore né tantomeno mi piace la tendenza con cui oggi si tende a ridefinire i ruoli di comando, parlando ad esempio di figure manageriali». In barba alle intenzioni del comitato organizzatore del Raduno, che alla vigilia aveva dichiarato l’intenzione di far emergere gli aspetti civili, piuttosto che quelli militari, del corpo dei bersaglieri, Lops inverte invece bruscamente rotta: «Immaginare oggi un mondo senza la guerra è un’utopia. Ma è importante che la si eserciti sempre nell’ambito della legalità».

Mentre il generale spiegava «l’importanza della conoscenza come unica strada da seguire in questa contemporaneità fatta di caos», nella Sala dei Marmi si è presentato un piccolo gruppo - circa 15 persone - di manifestanti. Alcuni esponenti del Movimento neoborbonico, dopo aver preso posto in fondo alla sala, hanno esposto dei grandi teli su cui era raffigurato lo stendardo del Regno delle Due Sicilie. Il tutto senza comunque causare alcuna interruzione al prosieguo della conferenza. Ma questo non è bastato a evitare che qualche malumore serpeggiasse fra lo staff di Palazzo di Città. Qualcuno avverte infatti la Digos. Dopo pochi minuti alcuni agenti si presentano in Comune per conoscere le generalità dei manifestanti. Anche in questo caso tutto si è comunque risolto senza tensioni particolari. Nicola, uno degli attivisti, ha spiegato che nei prossimi giorni ci saranno altre iniziative, perché «è giusto che la città venga messa a conoscenza delle “malefatte” compiute dai bersaglieri nel processo risorgimentale. Basti pensare all’eccidio di Pietrarsa nel 1863 o alla strage di Auletta del 1861».

Tutto ciò non ha in ogni caso scalfito l’entusiasmo del vicesindaco Eva Avossa: «Non è questo il momento per fare interpretazioni storiche, suppur parzialmente condivisibili. Ciò che invece serve adesso è pensare al senso della patria e ai valori della nostra Costituzione. Quello che parte da qui è un messaggio di fiducia per il Paese».

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