Alla Biennale il borgo fermo nel tempo 

Un piccolo borgo di Auletta intatto e abbandonato dopo il sisma dell’80. Il progetto di recupero va alla rassegna veneziana

AULETTA. 23 novembre 1980, ore 19,34, una violenta scossa di terremoto di magnitudo 6.4, corrispondente al decimo grado della scala Mercalli devasta la Campania e la Basilicata provocando la morte di 2914 persone. A quel giorno e a quell’ora si è fermato il tempo in un borgo del piccolo comune di Auletta, un agglomerato di casette che sembrano chicchi di riso lanciati su una collinetta e che dopo la scossa sismica è rimasto completamente disabitato.
Dopo alcuni decenni anni l’area in questione, denominata “Parco a ruderi”, è stata in parte riqualificata e messa in sicurezza grazie a un finanziamento di 1,8 milioni di euro ed ora con un secondo finanziamento di 2,5 milioni di euro, stanziato dalla Regione Campania, sarà possibile far diventare il parco un “borgo albergo” dove gli ospiti potranno fare un salto indietro nel tempo e vedere come era la vita negli anni ottanta in un’area di campagna dell’entroterra salernitano.
Il progetto di recupero dell’area sarà tra l’altro tra i protagonisti dell’evento collaterale “Borghi of Italy- NO(F)EARTHQUAKE” dell’edizione 2018 della Biennale di Venezia, un progetto questo dedicato alla prevenzione antisismica e alla messa in sicurezza del patrimonio artistico e architettonico, e alla rivitalizzazione dei luoghi simbolo dell’architettura del nostro Paese: i borghi italiani. L’iniziativa è legata all’idea di uno spazio libero e sicuro, in cui coloro che ne fruiscono e lo vivono, i residenti soprattutto possano sentirsi liberi dalla paura del terremoto e liberi di ritornare ad abitare nei luoghi più caratteristici dell’Italia che in questo momento storico rischiano di essere completamente abbandonati, in favore di nuovi centri urbani costruiti lontano dal loro luogo di origine.
«Marina Bertolini, presidente del Concilio europeo dell’arte di Venezia – ha dichiarato Antonio Addesso, consigliere comunale di Auletta delegato alla comunicazione - ci ha fatto sapere che la candidatura del borgo è stata accettata per la Biennale, abbiamo messo in piedi un gruppo di lavoro e realizzato dei pannelli che saranno esposti alla Biennale dove sarà possibile vedere il “Parco a ruderi” com’era prima del sisma, come è diventato dopo il terremoto del 1980 e come diventerà. Due giorni nel corso della Biennale saranno dedicati ad Auletta e sarà illustrato il progetto tecnico. Nel parco ci sono le case rurali in pietra così come erano negli anni ’80 e sono state realizzate anche delle camere già pronte per poter accogliere dei turisti. Una volta finita l’opera sarà poi importante metterla in rete con le altre bellezze della nostra terra così da poter essere valorizzata, chi arriverà ad Auletta parcheggerà l’auto, magari spegnerà il cellulare e potrà vivere per qualche giorno così come si viveva in un’area rurale del sud negli anni Ottanta».
Erminio Cioffi
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