All’ospedale in arrivo diciotto rinforzi 

Subito in servizio infermieri, chirurghi e operatori socio-sanitari. «Così potremo garantire adeguata assistenza»

Subito nove infermieri, sei operatori socio-sanitari (Oss) e tre chirurghi. In prospettiva un cardiologo e anestesisti per consentire alla sala operatoria di funzionare a pieno regime. Al “Santa Maria dell’Olmo” di Cava arrivano i rinforzi.
Lo ha annunciato ieri il sindacalista Cisl Gaetano Biondino, che nelle scorse settimane aveva lanciato l’allarme sulla carenza di personale. Un problema atavico e da sempre all’attenzione dei sindacati ma che in estate, in concomitanza con le ferie estive dei dipendenti, diventa ancora più grave. «Il direttore generale del Ruggi Nicola Cantone si è reso conto della situazione ed è venuto incontro alle nostre richieste - ha spiegato Biondino - Con questo personale che da tempo attendevamo, e che ci è stato garantito entrerà in servizio al più presto possibile data l’urgenza, potremo assicurare un’assistenza adeguata al vasto bacino di utenza dell’ospedale».
La buona notizia dei diciotto operatori in arrivo, in qualche modo butta acqua sul fuoco delle polemiche dei giorni scorsi, quando il primario della chirurgia Domenico Lombardi decise di cancellare una delle poche sedute operatorie previste e rimandare a casa i pazienti che attendevano da mesi di essere sottoposti ad un intervento chirurgico. La motivazione addotta era che non vi era sufficiente personale per effettuare turni di lavori tali da consentire interventi di elezioni e che, quindi, poteva essere garantita, almeno per il momento, solo l’urgenza. In una lettera inviata alla direzione sanitaria, Lombardi si spingeva anche oltre, sostenendo che, stando così le cose, la chirurgia era destinata a chiudere, pur se non nell’immediato. La sua presa di posizione aveva scatenato non poche polemiche. Anche e soprattutto perché, in seguito alla missiva, la direzione sanitaria ed i vertici del Ruggi avevano risposto predisponendo dei turni di lavoro in chirurgia, che garantissero l’urgenza, l’elezione e l’attività ambulatoriale esterna. Almeno fino al prossimo 30 giugno. Data entro la quale sarebbero, appunto, stati assunti altri tre chirurghi, che avrebbero permesso il regolare funzionamento del reparto.
Ma a quanto pare i turni, così come erano stati pensati, non erano stati ritenuti idonei da Lombardi, che non li aveva recepiti decretando lo stop della seduta operatoria e preparando la dismissione del reparto di chirurgia. La decisione del primario aveva gettato nello sconcerto non solo gli operatori sanitari, ma anche i rappresentanti istituzionali. Primo tra tutti il sindaco Vincenzo Servalli, in una nota istituzionale inviata dopo un colloquio con il dg del Ruggi Cantone, aveva rassicurato i cittadini sulla regolare attività della chirurgia. Dopo la notizia dello stop alle operazioni e la decisione del primario, Servalli aveva stigmatizzato il comportamento di Lombardi e lo aveva denunciato ai Carabinieri per “interruzione di pubblico servizio”, chiedendo inoltre un intervento diretto del rettore nella questione. Adesso l’arrivo degli infermieri e dei tre chirurghi potrebbe porre fine alla tensione tra Lombardi, la direzione aziendale e Servalli, anche se per il completo funzionamento della sala operatoria (che consenta di effettuare gli interventi programmati e le urgenze) manca un ulteriore tassello: l’assunzione di anestesisti.
Alfonsina Caputano
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